Roma. Zingari in guerra fra loro. Marino firma trasferimento poi lo straccia

Pubblicato il 13 Agosto 2013 - 15:53 OLTRE 6 MESI FA
Roma. Zingari in guerra fra loro. Marino firma trasferimento poi lo straccia

Campo nomadi a Roma

Mentre straparla sui Fori imperiali, il sindaco di Roma Ignazio Marino si vede sfuggire di mano il controllo dell’ordine pubblico della città.

Non è riuscito nemmeno a fare rispettare un suo ordine scritto da un gruppo di zingari di origine serba, terrorizzati, così hanno detto, da un altro gruppo di zingari, di origine bosniaco. Ci sono sicuro altri aspetti di contrasto difficilmente immaginabili, ma per capire la spaccatura, basta pensare alla differente religione dei due gruppi e al solco d’odio che ha separato per secoli serbi e bosniaci, che ha portato alla guerra civile di vent’anni fa.

Resta un mistero come abbia fatto il Comune di Roma a non preoccuparsi prima, quando centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per ricollocare in modo adeguato i vari gruppi rom.  Risultato, una gran brutta figura da parte del sindaco e dei suoi uomini.

Per farcene un’idea, seguiamo la cronaca fatta per il Corriere della Sera da Rinaldo Frignani.

“Barricati con i figli piccoli nelle baracche, i rom di via Salviati, a Tor Sapienza, dopo 10 ore di trattative, hanno vinto il primo round. Lo sgombero dell’insediamento abusivo è stato rinviato a dopo Ferragosto. L’epilogo di una vicenda iniziata nelle settimane scorse dopo la fuga di 150 nomadi – compresi 70 minorenni – dal maxi campo di Castel Romano, sulla Pontina, per sfuggire – hanno raccontato – «alle violenze e alle minacce che subiamo ogni giorno dai bosniaci». Ma anche ai ripetuti incendi dei container da 30 mila euro l’uno appiccati quasi ogni notte da metà giugno.

“Dopo l’ordinanza del sindaco Marino che dispone il trasferimento dei rom da Salviati di nuovo a Castel Romano i vigili urbani si sono presentati in forze a Tor Sapienza per sgomberare l’insediamento, ma la reazione dei nomadi, appoggiati da alcune associazioni, dai parroci della zona e da alcuni consiglieri municipali, ha bloccato tutto. I rom si sono rifiutati sui pullman messi a disposizione dal Campidoglio per tornare sulla Pontina, come anche la disponibilità di una sessantina di roulotte parcheggiate nei pressi di Castel Romano.

“Alle 18 le grida di gioia dei rom hanno sancito la loro vittoria. «Per ora il trasferimento a Castel Romano è sospeso», ha spiegato il vice sindaco Luigi Nieri: «I nomadi sono preoccupati al pensiero di tornare in quel campo. Ora faremo tutte le verifiche perché nessuno può intimorire o minacciare. Garantiremo la sicurezza a tutte le famiglie».

“Gli episodi di violenza subìti di recente hanno lasciato il segno, al punto che a Castel Romano gli agenti del Gruppo sicurezza pubblica ed emergenziale della Municipale, diretti dal vice comandante generale Antonio Di Maggio, hanno già sequestrato alcune aree interessate dai roghi dolosi. I nomadi denunciano perfino una sorta di «guerra santa» con i bosniaci, di religione musulmana.

“Profondi contrasti e una situazione esplosiva culminata con gli incendi e la fuga delle famiglie serbe. Le stesse che ieri si sono barricate nelle baracche del campo abusivo con i figli piccoli. «Hanno telefonato a mia moglie – racconta un rom – dopo averla vista parlare al telegiornale. le hanno detto che se torniamo lì ci ammazzano». E adesso l’associazione «Nazione Rom» chiede al sindaco di revocare l’ordinanza”.