ROMA – Romanzo Criminale in tv. Andrea Scanzi, “Il Nero non avrebbe mai parlato di coop”. Approfittando della riproposizione su Sky di Romanzo Criminale, agganciata ovviamente alle ultime cronache giudiziarie di Mafia Capitale, Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano dedica un articolo alla serie tv che ha rilanciato la fiction italiana provando a misurare la tenuta nei confronti degli sviluppi della realtà criminale.
“Com’è invecchiata la Banda” reca il titolo, ma non è un giudizio sulla serie. Bensì la presa d’atto che, a parte il naturale evolversi della fiction italiana e non (Gomorra ne ha scalzato il primato, in Usa la fiction si aggiorna), scontata una certa naturale stanchezza dopo mille repliche, dopo Mafia Capitale i boss della Banda della Magliana sembrano dei dilettanti. Non estranei a commistioni con il mondo di sopra, ma fisiologicamente refrattari alle mediazioni politiche.
Il problema di Romanzo Criminale è che, dal 2008 a oggi, tutto è andato troppo veloce: i prodotti concorrenziali, la voracità degli appassionati e – soprattutto? – la realtà. Gli sceneggiatori, giustamente, si sono presi non poche licenze poetiche rispetto alla storia della Banda della Magliana. Una di queste è il non avere dato granché spazio a figure chiave come Danilo Abbruciati, vero terzo leader – con Libanese e Freddo – e primo a tessere i legami tra banda e terrorismo nero.
Fu Abbruciati a inserire Carminati nella banda e solo dopo la sua morte ci fu l’ascesa di De Pedis (Dandi). Il personaggio di Nero, ritenuto Carminati, è in realtà un mix tra Abbruciati (amico di Pippo Calò) e Carminati. C’è però una cosa su cui convergono serie e film: la ritrosia della Banda a confrontarsi con la politica. Accettano di tutto, soprattutto il Dandi. Quando però si trovano invischiati in affari politici, per esempio nella ricerca di Aldo Moro, girano il più possibile al largo. Mafia Capitale è il classico caso di realtà che supera la fantasia. Nella serie il Nero non avrebbe mai parlato con assessori e cooperative, e se avesse anche solo osato pensarci il pubblico avrebbe cambiato subito canale. (Andrea Scanzi, Il Fatto Quotidiano)