Palermo: uccide a colpi d’ascia la moglie e l’amica, poi si suicida

Romeno uccide a colpi d'ascia la moglie e l'amica, poi si suicida
Romeno uccide a colpi d’ascia la moglie e l’amica, poi si suicid

PALERMO  – All’inizio pareva un tragico suicidio. Soltanto dopo ore si è capito che, dietro al drammatico gesto di Gabriel Dimitro, 35 anni, il romeno che  si è buttato sotto un treno in corsa a Palermo, si nascondeva l’orrore dell’ennesimo femminicidio.

L’uomo, secondo gli inquirenti, prima di togliersi la vita, ha ucciso la moglie, Micaela Gauril, 34 anni, connazionale, e una polacca non ancora identificata. Dai primi accertamenti è emerso che l’assassino si era trasferito da poco in Italia dove aveva trovato un lavoretto, ma ancora non abitava con la moglie che divideva l’appartamento con l’altra vittima.

Le due, entrambe facevano le colf, sono state trovate nel loro appartamento, in via Di Marco, nel centro elegante di Palermo: la romena era distesa sul letto e aveva il cranio fracassato a colpi d’ascia. L’assassino l’ha massacrata, sfigurandola. L’altra donna è stata trovata seduta su una sedia con un sacchetto di plastica in testa: sarebbe morta soffocata.

I due cadaveri sono stati scoperti dopo ore dal suicidio. La polizia, dopo avere ritrovato il corpo del romeno che non aveva documenti, sui binari della metropolitana, ha cercato di identificarlo chiamando una serie di numeri registrati nella rubrica dei suoi due cellulari. Ad una delle telefonate ha risposto la cugina della moglie che ha tentato, invano, di contattare la vittima per avvertirla del tragico gesto compiuto da Dimitro.

Nell’appartamento, in cui poco prima si era consumato il duplice omicidio, però non ha risposto nessuno. Allarmata, la donna ha chiamato i vigili del fuoco per fare sfondare la porta. Drammatica la scena che si è presentata ai pompieri. Un testimone, il compagno di una cara amica della Gauril, ha raccontato che l’assassino era gelosissimo e che proprio per la sua gelosia la coppia litigava spesso. Gli investigatori stanno cercando però di chiarire se sia stato davvero questo il movente del delitto.

Per ricostruire il contesto dei rapporti familiari la polizia ha interrogato, oltre al portiere dello stabile di via Di Marco, i parenti delle vittime e alcuni vicini che sono stati portati in questura.

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