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Rosaria Aprea vuol pagare la cauzione al fidanzato Caliendo

di Warsamé Dini Casali |28 Maggio 2013 13:47

Ogni scarpa rappresenta una donna vittima di femminicidio

ROMA – A proposito di “femminicidio”, brutto termine per definire la violenza sulle donne in quanto tali. Una fotografia e una notizia ci dicono quanto lavoro ci sia ancora da fare, quante resistenze impediscono un cambio di passo soprattutto culturale.

La prima, ben descritta da Massimo Gramellini sulla Stampa di oggi, è l’istantanea di una Camera dei Deputati praticamente deserta durante il dibattito per la ratifica della Convenzione di Istanbul per equiparare la violenza sulle donne alla violazione dei diritti umani, nel giorno in cui una nazione intera piange l’assassinio cruento, feroce di Fabiana Luzi (il fidanzato le ha dato fuoco mentre era ancora viva).

La notizia, a suo modo tremenda, riguarda Rosaria Aprea, la miss ventenne di Caserta picchiata a calci dal fidanzato Antonio Caliendo fino al punto da rimetterci la milza, la quale sta cercando ospitate televisive utili a raggranellare un po’ di soldi per pagare la cauzione al suo potenziale carnefice, al momento detenuto.

L’avvocato della ragazza ha cercato in tutti i modi di starle vicino, di indirizzarla, facendole capire, per esempio, come il ritiro della denuncia non avrebbe avuto conseguenze sulla detenzione di Caliendo essendo troppo gravi i reati commessi. Troppo difficile spiegarle che non c’entrano perdono e riconciliazione, che il magistrato valuta in autonomia e non può che tenerlo dentro.

Alla fine Carmen Posillipo, l’avvocato, ha gettato la spugna. “Non voglio assistere all’anteprima di un omicidio” ha detto. Chi rema contro quando c’è da fare qualcosa di concreto per evitare la follia contagiosa di maschi che odiano le donne e le ammazzano scambiando l’amore con la proprietà? Chi collabora ai femminicidi prossimi venturi? L’ignoranza inestirpabile che non aiuta alcune donne a liberarsi dell’illusione che certi uomini possano cambiare (“lui mi ama, cambierà sicuramente” sostiene ancora Rosaria). L’indifferenza della politica, plasticamente rappresentata in Parlamento da cinque deputati su sei assenti ingiustificati .

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