ROVIGO – Impresario di pompe funebri mostra agli amici delle foto di una donna nuda sostenendo che si tratti di una comune conoscenza, e questi la offendono pubblicamente su Facebook. Questa la vicenda che sarebbe accaduta ad una signora di Rovigo, almeno stando a quando lei stessa sostiene, affermando di non aver mai inviato quelle foto.
La donna, però, dopo alcuni commenti pubblicati dagli amici dell’uomo sulla sua pagina Facebook, ha deciso di sporgere querela per diffamazione aggravata, perché commessa attraverso internet.
Per il pubblico ministero, spiega Francesco Campi sul Gazzettino, il caso era da archiviare. Ma l’avvocato della donna ha insistito davanti al giudice per le indagini preliminari, opponendosi all’archiviazione. Mentre gli avvocati dei quattro uomini hanno annunciato la possibilità di una controquerela per calunnia. In attesa della decisione del giudice, ecco la ricostruzione di alcuni dettagli fatta dal Gazzettino:
Tutto ruota a presunte foto senza veli, che sarebbero state inviate con lo scopo di attirare l’interesse di un noto imprenditore nel settore delle onoranze funebri. Un approccio decisamente esplicito che sembra essere caduto nel nulla. Secondo la versione della donna, le foto ammiccanti non sarebbero mai state inviate. Anzi, sarebbero un’invenzione dell’imprenditore. Una sorta di commedia degli equivoci che per il gioco delle parti assume contorni più ampi della sua reale portata. In ogni caso, alla fine è stata sporta una querela che ha portato all’apertura di un’indagine per l’ipotesi di reato di diffamazione aggravata, perché commessa attraverso internet. È su Facebook, infatti, che la donna ha notato dei commenti che sembravano proprio riferirsi a lei in modo pesante, anche se mai veniva citata direttamente, come: «Cosa si arriva a fare per amore» e «È davvero sciocco buttarsi via per un uomo». Nessun nome, ma quello che è comparso davanti ai suoi occhi non le ha lasciato dubbi: l’oggetto di quei post era proprio lei, che pure rimarca di non aver mai inviato alcun tipo di foto all’uomo che comunque sarebbe, quello sì, stato oggetto delle sue attenzioni. E che, secondo la sua versione, l’avrebbe ripagata parlando male di lei insieme a tre amici, finiti anche loro nell’inchiesta, ai quali avrebbe mostrato delle foto che avrebbe falsamente detto essere state da lei inviate.