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Ruby 2, pm: “Anomalo che Berlusconi paghi ragazze-testimoni dopo scandalo”

di Daniela Lauria |31 Maggio 2013 16:00

Ruby 2, pm: “Anomalo che Berlusconi paghi ragazze-testimoni dopo scandalo”

MILANO – E’ una ”grave anomalia che l’imputato Berlusconi abbia iniziato a remunerare le ragazze-testimoni dei due processi sul caso Ruby” dopo lo scoppio del presunto scandalo sui media. Il pm Antonio Sangermano nella requisitoria del processo Ruby 2, quello a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, riprende alcuni passaggi di una memoria già depositata nel processo al Cavaliere. Le ragazze, secondo il pm, si sono mosse come ”un blocco dichiarativo” e con ”approccio fideistico” nei confronti di Berlusconi.

Ragazze che, spiega ancora il pm, entrate nel ”complesso sistema prostitutivo” delle serate di Arcore erano ‘‘assatanate di soldi”. E a sostegno della sua accusa Sangermano ha letto alcuni passaggi delle intercettazioni di dialoghi tra giovani che hanno partecipato ai presunti festini a luci rosse. Le ragazze, secondo il pm, ”volevano ottenere vantaggi economici e di carriera ed erano disponibili a fare sesso a pagamento”.

Nel resto della requisitoria Sangermano sostiene che Minetti, Fede e Mora sapevano che Ruby era minorenne. Quanto alla giovane marocchina il pm la dipinge come “ingenua” che ha tentato di screditare sé stessa.

”E’ una impresa ardua – ha aggiunto il pm – ritenere sul piano logico probatorio che Ruby per la sua storia di disagio santificasse e sterilizzasse l’ambiente di Arcore”. Il riferimento del magistrato è alla linea difensiva degli imputati, ma anche a quella di Silvio Berlusconi.

Ruby ”sapeva che aveva fatto qualcosa per cui poteva chiedere denaro e aspettarsi una ricompensa” da Silvio Berlusconi. Sangermano si sofferma sulla presunta trattativa riguardo gli oltre 4,5 milioni che lei aveva scritto nel foglio ritrovato nella sua abitazione genovese dagli investigatori.

Il pm Sangermano ha spiegato che pur non essendoci ”una traccia contabile del versamento” milionario da Berlusconi a Ruby, la Procura ritiene che ci sia stata ”una trattativa”, anche perché la ragazza aveva ”una valenza persuasiva”. Ossia, la giovane marocchina poteva chiedere soldi all’ex premier perché lei era a conoscenza di quello che aveva fatto e di ciò che era successo ad Arcore.

 

 

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