Ruby, Emilio Fede: “Contento per Berlusconi, ma io vittima innocente”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Ottobre 2014 - 08:34 OLTRE 6 MESI FA
Ruby, Emilio Fede: "Contento per Berlusconi, ma io vittima innocente"

Ruby, Emilio Fede: “Contento per Berlusconi, ma io vittima innocente”

ROMA – “Si chiude un cerchio malvagio. E io resto col cerino in mano”. Emilio Fede, ex direttore del Tg4, coinvolto nell’inchiesta Ruby, così parla intervistato dal Secolo XIX: “L’opinione pubblica non mi ha dimenticato, anche se mi hanno fatto fuori dal Tg4, in meno di dieci minuti”.

«La mia amicizia con i Berlusconi durerà fino alla fine della mia vita».

Vi siete più sentiti?

«Impossibile, siamo coimputati».

Motivazione tosta, per lei: «Interesse personale e utilitaristico».

«Io so solo una cosa: io col caso Ruby non c’entro. Come ha dimostrato lei stessa: non c’entro. L’ha detto lei, l’ha detto Mora e come risulta dagli atti è stata invitata da Mora e non da me. Il problema è…».

Qual è il problema?

«Che Mora butta la palla fuori dal campo. E poi c’è la storia della valigetta coi milioni: falsa. E poi il personal trainer con registrazioni fatte col cellulare… E poi lo strano furto a casa mia….».

Tradotto?

«Una strategia per indebolire la mia immagine».

E perché?

«Non lo so. Non lo posso dire adesso. Anche perché tento di capirci qualcosa».

Però…

«Però la Minetti con o senza sostegni è andata in America per vivere a Miami: beata lei e buon viaggio».

Mora, invece?

«Mora ha preferito evitare un cumulo pene e ha patteggiato. D’altronde, ha già pagato fin troppo. E comunque ora sceglie di dire che ha portato lui Ruby ad Arcore. E col cerino acceso resto io. Che non ho fatto niente».

L’accusano di aver preso soldi.

«Mortificato dalle falsità».

Assegni da Mora.

«Mora era sulla cresta dell’onda. Era il mio agente come di molti altri divi. Mi doveva dei soldi di ospitate. E poi, che è un reato? Ma andiamo».

Allora cos’è: un complotto?

«Sì. Una falsità dietro l’altra. E infine il presunto personal trainer, che mi avrebbe registrato, portando nastri ai giornali. Diciamo che li ha regalati, ma che ci ha straguadagnato. Dopo avermi imbrogliato, presentandosi come amico di Mora. E per aiutarlo, eccomi qua… Con una considerazione persino ovvia».

Ovvero?

«Troppe coincidenze false, per essere vero. Pretendo giustizia. Mi hanno fatto scomparire dall’informazione. Per fare una cortesia non si sa bene a chi».

Ecco, appunto, a chi?

«Un dirigente cinese. Un politico cinese. Tanto per portare lontano dall’Italia ogni sospetto».

Pare un messaggio.

«No. Ma non mi do pace. Berlusconi? No, non c’entra lui né la famiglia».

Chi l’ha convinto a silurarla?

«Pagherei per saperlo. Senza fare nulla m’è capitato di tutto».