Ruby, Emilio Fede: “Il mi ex caposcorta dice falsità”

Emilio Fede

MILANO – Emilio Fede definisce ”falsità” le dichiarazioni rese ai pm di Milano che indagano sul caso Ruby dal suo ex caposcorta, Luigi Sorrentino, il quale per queste ”falsità”, secondo il direttore del Tg4 ”non è degno di appartenere all’Arma dei carabinieri”. Dichiarazioni che per Fede ”sono una vergogna, offendono la mia morale di uomo e giornalista”. E’ quanto ha scritto Fede in una lettera inviata ai generali dei carabinieri Carlo Gualdi e Marco Scursatone, riferendosi a quanto pubblicato su La Repubblica. Intanto l’avvocato Nadia Alecci, suo difensore insieme a Angelo Giarda e a Gaetano Pecorella, ha intenzione di prendere ”gli opportuni provvedimenti in sede giudiziaria in particolare per le parole contenute nel catenaccio dell’articolo perchè lesive dell’immagine di Fede, in quanto mai nessuna minaccia ha fatto al suo ex caposcorta’, come e’ facile verificare dalle dichiarazioni rese e riportate nell’articolo”’.

Il quotidiano ha pubblicato un verbale in cui l’ex caposcorta del giornalista ha raccontato che la sua ”rimozione dal servizio si è verificata a seguito di una discussione avuta una sera dopo averlo accompagnato in un ristorante”. Discussione che, a detta di Sorrentino, sarebbe sorta perchè lui e gli altri uomini della scorta sono rimasti ”fuori” dal locale, ”in piedi, ad aspettare che uscisse”. Fede, oltre a bollare queste parole come ”falsità”, nella lettera ha tenuto a precisare: ”La sera, quando io sono al ristorante, la scorta e’ sempre-sempre-sempre invitata a mangiare nello stesso ristorante oppure nella piu’ vicina pizzeria. Ed io pago il conto. Sempre. Ho proibito – sempre – di stare fuori quando piove o fa freddo”.

”Non intendo assolutamente che queste dichiarazioni non siano all’attenzione del vertice dell’Arma – continua Fede nella lettera. Sono una vergogna, offendono la mia morale di uomo e giornalista. Ripeto: ho sempre disposto che non restassero fuori, specie quando c’era cattivo tempo. Ho sempre, sempre, sempre pagato ristorante e pizzeria”. ”Adesso – chiude la missiva – chiedo all’Arma che si esprima dopo aver ascoltato quelli che sono assegnati alla mia scorta. Se quello che appare oggi sul quotidiano ‘Repubblica’ risulta realmente nell’interrogatorio, Sorrentino non e’ degno di appartenere all’Arma dei carabinieri. Per falsità”.

Gestione cookie