Ruby, giudici: “Il processo resta qui a Milano”

MILANO, 18 LUG – Il processo Ruby resta a Milano. I giudici hanno infatti respinto l’eccezione proposta dalla difesa di Silvio Berliusconi per chiedere il trasferimento del procedimento per competenza al Tribunale dei ministri.

Nel dettaglio i giudici hanno stabilito che ”l’ eccezione sollevata” dalla difesa ”non merita accoglimento ravvisandosi la competenza di Milano”. Il ragionamento del tribunale si spiega con il fatto che ”l’utilita’ perseguita” con il reato di concussione e’ stata conseguita a Milano con il rilascio della minore che si trovava in questura e la sua ”consegna” al consigliere regionale Nicole Minetti in seguito alla telefonata del presidente del Consiglio nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010.

Ed essendo il reato di concussione quello piu’ grave, secondo i giudici attrae anche quello di prostituzione minorile che, secondo l’accusa, si e’ consumato ad Arcore (che ricade sotto la giurisdizione di Monza). Per questi motivi, quindi, la competenza si radica nel capoluogo lombardo.

Niente proscioglimento nel merito. I giudici, nell’ordinanza con cui nel processo Ruby hanno respinto l’eccezione proposta dalla difesa per chiedere il trasferimento del procedimento per competenza al Tribunale dei ministri, hanno stabilito che ”non e’ consentito il proscioglimento nel merito” del presidente del Consiglio, come aveva chiesto, appunto, la difesa. Inoltre hanno concluso che ”sulla scorta del capo di imputazione il tribunale ritiene la propria competenza funzionale”, in quanto il reato contestato, la concussione, non ricade sotto la competenza del Tribunale dei Ministri. Nello stabilire cio’, il collegio ha rigettato la tesi prospettata dai legali del premier secondo la quale non si possono scindere le funzioni di presidente del Consiglio dalla qualita’ di premier.

Respinte tutte e 16 le eccezioni della difesa.  I giudici della quarta sezione penale di Milano, davanti ai quali si svolge il processo a Silvio Berlusconi sul caso Ruby, hanno respinto tutte le 16 eccezioni presentate dalla difesa, tra cui quella sulla incompetenza funzionale e territoriale, e hanno dichiarato aperto il dibattimento a carico del presidente del Consiglio, dopo la lettura di un’ordinanza durata circa un’ora e un quarto.

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