Ruby-Karima, la Questura di Milano: “Nessun favoritismo dopo la telefonata del premier”. Confermata però la chiamata da Palazzo Chigi

Nessun privilegio o trattamento preferenziale per Ruby-Karima alla Questura di Milano a seguito della telefonata della Presidenza del Consiglio: nei confronti della ragazza sono stati comunque eseguiti tutti gli adempimenti previsti dalla legge, d’intesa con il Tribunale dei Minori. E’ quanto si apprende in ambienti della stessa Questura di Milano dove Ruby fu portata il 27 maggio scorso a seguito di un denuncia per furto e trattenuta sei ore.

La Questura milanese così difende sé stessa, dipinge una situazione di assoluta routine ma conferma la per nulla ordinaria telefonata arrivata addirittura da Palazzo Chigi.

Ruby fu portata in Questura da una volante a seguito della denuncia di una sua coinquilina che l’accusava di averle sottratto tremila euro alle ore 20 e rimase negli uffici della polizia fino alle due di notte. In quelle sei ore la ragazza fu identificata, fu fatta la fotosegnalazione al Tribunale dei Minori e furono contattati i suoi genitori.

Quindi, in mancanza di posto in comunità di accoglienza, d’accordo con il Tribunale dei Minori, venne affidata ad una persona che si era offerta di prendersene cura (Nicole Minetti). Una procedura che non è stata alterata in alcun modo, viene sottolineato, da alcun intervento esterno. La ragazza, dopo sei ore trascorse in Questura, non poteva essere trattenuta oltre dal momento che la sua situazione non prevedeva alcuna misura detentiva.

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