Russia, testimoni di Geova banditi. Corte Suprema: “Sono estremisti”

Russia, testimoni di Geova banditi. Corte Suprema: "Sono estremisti"
Russia, testimoni di Geova banditi. Corte Suprema: “Sono estremisti”

MOSCA – I Testimoni di Geova banditi in Russia. Lo ha stabilito la Corte suprema russa che ha vietato l’attività del gruppo religioso, definendolo “estremista”, e ne ha sequestrato i beni a favore dello Stato. I fedeli del gruppo cristiano antitrinitario, noto per le prediche porta a porta e per il rifiuto del servizio militare, non hanno però alcuna intenzione di arrendersi e hanno già annunciato che impugneranno la sentenza in appello e, se necessario, anche davanti alla Corte europea dei diritti dell’Uomo.

La Corte suprema russa ha accolto una richiesta del ministero della Giustizia, che accusa l’organizzazione religiosa di “violare la legge per combattere l’estremismo”, ma ha sfidato anche il parere degli esperti delle Nazioni Unite, che a inizio mese avevano definito l’iniziativa del governo russo “estremamente preoccupante”, denunciando “una minaccia non solo ai Testimoni di Geova, ma alla libertà individuale in generale nella Federazione russa”.

Intervenendo in aula, la rappresentante del dicastero, Svetlana Borisova, ha detto che i Testimoni di Geova rappresentano “una minaccia ai diritti dei cittadini, all’ordine pubblico e alla pubblica sicurezza”, ha accusato i seguaci del gruppo religioso di “diffondere materiali stampati proibiti” perché considerati “estremisti” e di “violare il diritto al godimento di assistenza medica universale” rifiutando le trasfusioni di sangue.

E’ un copione in parte già visto, anche se più in piccolo. Nel 2004, infatti, una corte penale di Mosca mise al bando le attività pubbliche della comunità dei Testimoni di Geova nella capitale russa: secondo la pubblica accusa, le indagini avevano rivelato che il gruppo religioso aveva un’influenza negativa sui rapporti familiari e incitava alla discordia tra le fedi. Tutte accuse respinte dai diretti interessati, a cui sei anni dopo la Corte europea dei diritti dell’Uomo diede ragione giudicando la sentenza “ingiustificata”: in quell’occasione la Corte di Strasburgo condannò la Russia per aver violato il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione, nonché il diritto ad associarsi di una comunità che adesso pare conti 175.00 fedeli.

Presenti in Russia dal 1891, ma banditi e perseguitati già sotto il regime sovietico, i Testimoni di Geova sono tornati in piena attività nel 1990. Ma tra mille difficoltà. Di fronte al pugno duro mostrato recentemente dalle autorità, hanno presentato ricorso in tribunale denunciando di essere vittime di repressione politica. Ma qualche settimana fa, come facilmente prevedibile, la loro istanza è stata respinta.

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