Ryanair condannata per il ritardo di tre ore: “La pioggia non è una giustificazione”

Ryanair condannata per il ritardo di tre ore: "La pioggia non è una giustificazione"
Ryanair condannata per il ritardo di tre ore: “La pioggia non è una giustificazione”

ROMA – Il giudice di Pace di Alcamo in Sicilia ha condannato Ryanair a risarcire un cliente italiano per un ritardo di tre ore su un volo Bergamo-Trapani di un  paio di anni fa. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Il passeggero che ha promosso la causa, rifiutando l’offerta di accordo stragiudiziale, sarà risarcito con 250 euro, Ryanair si accolla anche le spese legali riservandosi di ricorrere in appello.

Il giudice ha dato seguito ai regolamenti europei in materia di risarcimenti delle compagnie aeree: la regola generale è che si attengano a un tariffario codificato e spetta a loro l’onere di dimostrare un impedimento tale da giustificare il ritardo. Non possono, come ha fatto nel caso in questione Ryanair, invocare il maltempo come scusa, ha stabilito il giudice: la pioggia era un’eventualità altamente prevedibile.

Un fenomeno inatteso e dalle conseguenze imprevedibili può essere associato, per esempio, all’eruzione del vulcano islandese, non un po’ di pioggia o di nebbia. La sentenza ha convinto ancor di più il legale della causa vinta contro Ryanair a esortare i clienti a fare causa, a non accettare offerte al ribasso dell’ultimo momento e a non farsi intimorire, in tribunale si è ragionevolmente sicuri di ottenere sempre soddisfazione.

A questo proposito, al quotidiano La Stampa l’avvocato Antonio Spanò racconta un particolare significativo: “I passeggeri del volo Bergamo-Trapani che hanno fatto causa a Ryanair per l’indennizzo erano tre, ma solo il mio è dovuto andare in giudizio. Le compagnie aeree si affidano a più di un avvocato, e i casi di due dei tre viaggiatori sono stati presi in carico da legali che hanno suggerito accordi stragiudiziali. Invece l’avvocato che da difeso la compagnia contro il mio cliente è voluto andare fino a sentenza”.

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