Sabina Began: per il Pm è una “Gianpaolo Tarantini in gonnella”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Aprile 2014 - 18:26 OLTRE 6 MESI FA
Sabina Began

Sabina Began

BARI – Una “Tarantini in gonnella“, nonché la sua “maestra“: così è stata definita nella requisitoria della pubblica accusa Sabina Beganovic (in arte Began), la cosiddetta ‘Ape regina‘ , protagonista insieme all’imprenditore Gianpaolo Tarantini delle feste organizzate da Silvio Berlusconi.

BeganovicTarantini  e  altre cinque persone sono imputati nel processo in corso dinanzi al tribunale di Bari relativo al giro di prostituzione delle escort portate alle serate dell’allora premier. Gli appellativi rivolti dai pm alla “Began” sono annotati nelle motivazioni della sentenza con la quale il gup di Bari Ambrogio Marrone ha condannato ad un anno di reclusione, con rito abbreviato, uno degli imputati del processo, l’avv. Salvatore Castellaneta.

Sul coinvolgimento delle ragazze da far prostituire con l’ex premier, il giudice rileva che:

“non si trattava di reclutare semplici prostitute, sia pure di alto bordo, ma anche persone che sapessero mantenere la adeguata riservatezza sulle scabrose situazioni cui erano chiamate a partecipare”.

Per il giudice, Tarantini esordisce in veste di organizzatore del giro di prostituzione insieme alla “Began” il 5 settembre 2008. Come riportato dall’ANSA, sarebbe stata quella infatti ”la prima occasione in cui Tarantini, su richiesta di Sabina Beganovic, avrebbe  reclutato ragazze (sessualmente disponibili) da portare presso la residenza romana (Palazzo Grazioli) del presidente Berlusconi”.

”L’ambiente nel quale si svolge la vicenda – scrive il gup – non è certo quello delle case chiuse. I fatti si svolgono in ambienti lussuosi, senza alcuna costrizione per le ragazze, le quali scelgono liberamente di partecipare al fine di ottenere utilità di vario genere”.

Il giudice individua ”due categorie ben distinte” di ragazze scelte e invitate alle feste dell’ex premier:

”quelle cosiddette facili, cioè disponibili a concedere prestazioni sessuali, e quelle che facevano da cornice all’evento, considerate ragazze immagine”.

Nell’ ”effervescente agenzia di servizi organizzata da Tarantini e dai suoi sodali” vi era una “concezione delle donne come oggetti di piacere – conclude Marrone – da portare e all’occorrenza, da prestarsi a vicenda”.