Parolisi, i caporali, le molestie: colpi sul sedere e inviti a “festicciole”

ASCOLI PICENO –  Le 6 giovani soldatesse della caserma Clementi, dove Salvatore Parolisi era istruttore, accusano il caporalmaggiore  ed altri superiori di averle molestate e raccontano ai pm gli approcci poco consoni. A Simona un superiore diceva: “non ti preoccupare, io ti porto in un posto più sicuro, tipo qui al poligono. Non ci vedrà nessuno”, mentre Valeria racconta: “Aveva un atteggiamento , insomma…Vediamo queste curve di livello. Allora, come siamo messi?…Poi c’è stato il fatto della respirazione bocca a bocca, mi disse che se fosse svenuto non potevo sottrami”.

Giuditta invece al tribunale militare dell’esercito descrive i sistemi violenti usati durante l’addestramento: “facevamo il passo del leopardo e mi dava i colpi sul sedere”. A parlare è anche Rosa, una delle conquiste di Parolisi: “all’inizio era un gioco, si scherzava e finiva lì, poi lui mi mandò un messaggio un po’ troppo spinto su Facebook…”.

Questi sono i primi approcci con cui il caporalmaggiore ed altri istruttori adescavano le soldatesse dell’esercito, proponendo poi situazioni ancora più intime in cambio di piccoli favori, invitando le reclute alle “festicciole” all’albergo di Morgiano, come Rosa racconta: “sapevo che andavano tutti…una volta in una sola sera c’erano più di uno Scelto insieme. Parolisi un po’ per fare il grande mi disse che si erano incontrati due Scelti in contemporanea…nel senso della stessa sera”.

Le procure ordinaria e militare dell’Esercito hanno ora aperto tre inchieste sulle molestie e i soprusi subiti dalle ragazze, con il pm di Roma Rosa Antonella Masala che vorrebbe portare in giudizio il maresciallo A.D.: “Ha offeso l’onore e la dignità delle inferiori di grado invitandole esplicitamente ad avere rapporti con lui, rivolgendo loro espressioni del tipo ‘bei balconcini’, ‘belle terrazze’, ‘curve di livello’, ‘ che bel corpo che hai’ e dicendo che avrebbe preferito trovarle con addosso solo biancheria intima”.

Alle avance seguivano le minacce in caso di rifiuto: “se parli avrai dei guai. A processo”. Ma la accuse al maresciallo sono state archiviate da Ettore Picardi: “I comportamenti non rappresentano un valido tentativo di violenza sessuale”, anche perché come affermano i difensori dell’uomo le proposte spesso erano limitate a semplici inviti per un caffè.

Ma Simona ha replicato aspramente. “sì, sì, caffè, gli risposi: marescia’, lei potrebbe essere mio padre. E io di certo non sono venuta qui a fare la stupida…Avevo sempre visto l’esercito sotto una luce protettiva”.

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