Parolisi arrestato: tutti gli uomini della svolta

Pubblicato il 19 Luglio 2011 - 20:07 OLTRE 6 MESI FA

ANCONA, 19 LUG – Un appassionato di sport, un amante dei film d'essai, un magistrato che si e' speso nelle sedi disagiate della Sicilia. Sono gli uomini, aldila' dei ruoli ricoperti, che si sono messi in cerca della verita' nel caso di Melania Rea, e che oggi ritengono di aver fatto la cosa giusta facendo scattare le manette ai polsi di Salvatore Parolisi, indicandolo come il carnefice della donna.

Il 'segugio' che nel pool dei magistrati ascolani ha tenuto le fila dell'inchiesta e' il sostituto procuratore Umberto Monti, 52 anni, di Colli del Tronto, un piccolo centro non distante da Ascoli. In magistratura dal 1987, Monti aveva vinto un concorso per la magistratura militare, ma poi aveva optato per quella ordinaria. Il suo primo in carico a Vercelli, come pretore penale. Ad Ascoli e' stato il pm di un'inchiesta delicatissima su una vicenda aberrante, che ha avuto per protagoniste-vittime tre sorelline minorenni di Amandola abusate da alcuni parenti e da un gruppo di indiani. Monti ha ottenuto condanne per 60 anni di carcere. Riservato, molto determinato ma sempre garbato nei modi, ha inframmezzato la sua lunga esperienza come sostituto ad Ascoli con trasferte di svariati mesi in alcune sedi disagiate della Sicilia (Ragusa e Trapani). E' vicesegretario nazionale di Magistratura indipendente e ha fatto parte del collegio dei probiviri che si e' occupato del caso Papa. Ribattezzato 'il Dottor Sottile' dai cronisti di giudiziaria di Perugia, perche' considerato un vero cultore del diritto, il procuratore Michele Renzo e' approdato da poco ad Ascoli, dopo essere stato per una quindicina d'anni nel capoluogo umbro. Tra le inchieste delle quali si e' occupato, anche una su Licio Gelli. Ma soprattutto e' ricordato per aver arrestato il 'mostro di Foligno' Luigi Chiatti, il giovane che uccise due ragazzini. Originario della provincia di Caserta, vive ormai da anni con la famiglia a Perugia. Tifoso del Napoli, e' appassionato di film d'essai e quando puo' cerca i cinema che li ripropongono.

Il col. Alessandro Patrizio, comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli,ha coordinato nelle indagini sull'omicidio di Melania una vera task force, con le ''migliori risorse'' dell'Arma: con i suoi uomini hanno collaborato fianco a fianco i Ris, i carabinieri del Rac (Raggruppamento analisi criminali) e del Ros, con uomini distaccati al Comando di Ascoli per tutto il tempo. Un impegno enorme e un lavoro ''che non si e' mai interrotto dal momento della scomparsa di Melania, quando gia' c'erano 100 uomini in campo''. Patrizio, originario di Bracciano, ha comandato il Gruppo Carabinieri di Firenze, prima ancora e' stato responsabile della sicurezza al Quirinale, dove e' stato al servizio di due presidenti: Scalfaro e Ciampi. E' ad Ascoli da quasi tre anni. Appassionato di tutti gli sport, pratica quelli acquatici, e' amante della mountain bike ed e' stato istruttore di equitazione. Bombardato in questi mesi dai giornalisti, non ha mai perso il suo aplomb. Ma non nega un coinvolgimento emotivo nel caso di Melania: ''Ho avuto pena vedendola cosi' straziata. E' un delitto che non poteva rimanere impunito''. E le indagini sono state svolte ''con coscienza e senza pregiudizi''.