Salvatore Parolisi, la figlia non poterà più il cognome del padre Salvatore Parolisi, la figlia non poterà più il cognome del padre

Salvatore Parolisi, l’università e il legame con una donna: la nuova vita in carcere

Salvatore Parolisi, condannato per aver ucciso la moglie, Melania Rea, oggi è un detenuto modello e lavora come centralinista nel carcere di Bollate.

A raccontare la vita in carcere di Parolisi è Gian Pietro Fiore di Giallo.  Salvatore Parolisi, racconta Giallo, ha anche maturato il diritto di lasciare il carcere per motivi di studio o lavoro.

L’ex caporalmaggiore, infatti, è iscritto alla facoltà di giurisprudenza e potrà lasciare il penitenziario, come prevede la legge, per periodi variabili da un’ora a 15 giorni consecutivi, per un massimo di 45 giorni l’anno.

Da tempo l’ex militare riceve le visite di una donna, sua coetanea.

La conoscenza, come si legge su ‘Giallo’, durerebbe da circa tre anni.

Con contatti regolari che vanno avanti da quando il militare era recluso nel carcere di Pavia.

Salvatore Parolisi fu condannato in via definitiva nel 2015 a 20 anni di carcere.

Nel 2016 è stato degradato ed espulso dall’Esercito, azione che ha avuto come effetto il trasferimento dal carcere militare a quello civile, prima a Pavia e poi a Bollate.

Nel 2017 ha perso la patria potestà della figlia Vittoria, che a soli 18 mesi assistette all’omicidio della madre.

Oggi Vittoria è affidata ai nonni materni, coi quali vive a Somma Vesuviana (Napoli), comune natale di mamma Melania. (Fonte: settimanale Giallo)

 

 

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