Salvini sgombera: fuori da palazzo occupato metà italiani, metà stranieri Salvini sgombera: fuori da palazzo occupato metà italiani, metà stranieri

Salvini sgombera gli abusivi. Fuori da palazzo occupato: metà italiani, metà stranieri

Salvini sgombera: fuori da palazzo occupato metà italiani, metà stranieri
Salvini sgombera: fuori da palazzo occupato metà italiani, metà stranieri

ROMA – Salvini sgombera, non solo a chiacchiere. Sgombera davvero edifici pubblici e privati a lungo illegalmente occupati. Il primo sgombero ieri mattina, 4 settembre, una palazzina di proprietà dell’Alitalia a Sesto San Giovanni (Milano), circa 200 occupanti abusivi, famiglie per metà italiane, per l’altra metà straniere ma comunque tutti cittadini regolari, con i figli che frequentano le scuole. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Si tratta del primo sgombero che dà seguito alla circolare del ministero dell’Interno firmata da Matteo Salvini tre giorni fa, una stretta alle occupazioni abusive di immobili. Non erano chiacchiere, cominciano ad essere fatti.

Salvini sgombera case e palazzi illegalmente occupati e, piaccia o no, comincia a ripristinare un principio di legalità. Da anni vigeva infatti una sorta di legalità fittizia e artefatta eppur dominante: la cosiddetta legalità del fatto compiuto. Ti impadronisci di un palazzo e, se ci stai dentro molto tempo, nessuno ti può cacciare. Di fatto il palazzo diventa tuo. In nome di reali o presunti bisogni e disagi sociali diventa tuo il palazzo che ti sei preso. Soprattutto diventa tuo per anzianità di occupazione e per rassegnazione di Stato e di legge. Questa legalizzazione di fatto dello scippo di palazzo pubblico o privato, comunque altrui, è ciò che Salvini ministro dell’Interno giustamente comincia a spezzare.

Ridando così diritto di cittadinanza al diritto di proprietà, togliendo a comitati e gruppi vari il diritto di esproprio, non lasciandosi fermare dalla retorica finto compassionevole dei più deboli messi per strada. Gli sgomberi degli edifici pubblici o privati occupati illegalmente sono non solo cosa da campagna elettorale muscolare, non solo atti a favor di vento cattivista. Sono anche atti di legalità troppo a lungo rimossa, ignorata, sottomessa a un diritto inesistente di prendersi la roba altrui.

In piazza Don Mapelli si è presentata la polizia in tenuta antisommossa, le persone sono state fatte allontanare senza particolari problemi o resistenze, una situazione ovviamente difficile e penosa per le sessanta famiglie coinvolte, nessuno, tuttavia, si è fatto male. 25 i bambini, che per loro tutela sono stati fatti rientrare nello stabile durante le operazioni di sgombero.

“La maggioranza degli occupanti sono furbi e violenti. La proprietà privata è un diritto. Non si capisce perché all’occupante abusivo il sindaco debba garantire una casa. E il proprietario che ha una casa occupata debba continuare a pagarci le tasse”, ha dichiarato Salvini, a Radio Anch’io alla domanda se non sia giusto garantire un’abitazione prima di procedere a sgomberare gli occupanti.

Domanda lecita visto che alla fine la maggior parte delle persone del collettivo ‘Aldo dice 26×1’ che gravitavano intorno allo stabile sgomberato a Sesto San Giovanni sono tornate a occupare una palazzina in via Oglio, nella periferia di Milano, che alcuni giorni fa avevano lasciato per occupare lo stabile a Sesto. Ieri, infatti, nella struttura milanese nel primo pomeriggio si registravano già tra le 100 e le 150 persone, attirate forse anche dal piano di assistenza in corso di definizione al Comune di Milano e già previsto per via dello sgombero dell’area, già calendarizzato per il 6 settembre.

“La proprietà privata è sacra e sono troppi gli Italiani vittime di occupazioni da parte non di bisognosi, ma di furbi e violenti. Se affitti il tuo appartamento alla persona sbagliata che non ti paga, e magari torni ad averne bisogno per i tuoi figli, non puoi metterci due anni a tornare in casa tua!”, ha risposto Salvini al presidente del Pd Matteo Orfini che aveva definito “una follia” il provvedimento.

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