Pontassieve. Salvini strattonato da una giovane: mascherina, camicia e catenina strappate VIDEO Pontassieve. Salvini strattonato da una giovane: mascherina, camicia e catenina strappate VIDEO

Salvini strattonato da una giovane: mascherina, camicia e catenina strappate VIDEO

Salvini strattonato da una giovane che gli ha strappato mascherina, camicia e anche la catenina che aveva al collo.

Mascherina. camicia e catenina strappata, è quanto capitato al leader della Lega Matteo Salvini, strattonato poco dopo il suo arrivo a Pontassieve, una delle tappe del suo odierno tour elettorale in provincia di Firenze.

Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno identificato la giovane in una ventenne originaria del Congo. Accertamenti sono in corso sulla ragazza da parte della questura che parla di una persona “in evidente stato di alterazione psico-fisica”.

La giovane, da quanto spiegato, era tra il pubblico che si era radunato per l’arrivo del leader della Lega.

Secondo una prima ricostruzione della questura, non si sarebbe trattato di un gesto programmato. In base a quanto emerso dai primi accertamenti, la giovane, che stava tornado a casa dal lavoro, si sarebbe trovata casualmente in mezzo ai sostenitori della Lega che erano intorno a Salvini. A questo punto ne avrebbe approfittato per avvicinarsi al leader della Lega e afferrarlo per la camicia.

L’episodio, spiega sempre la polizia, sarebbe del tutto sganciato dalla manifestazione di protesta contro Salvini che pure è in corso a Pontassieve, alla quale stanno partecipando alcune decine di antagonisti.

Salvini poi ha commentato quanto accaduto: “Ognuno può avere idee politiche, calcistiche, religiose diverse, ma la violenza no. La camicia me la ricompro, ma strappare dal collo un rosario che mi ha regalato un parroco è una cosa che non sta né in cielo né in terra. E quella persona si dovrebbe vergognare. La cosa bella che mi porto via da Pontassieve – ha aggiunto – non è quella poveretta là, ma è una signora che mi ha detto ‘Matteo, io non la penso come te, ma ti chiedo scusa a nome di quella deficiente, se vuoi ti offro un caffè'”.

Salvini e i “fascisti rossi” in Toscana

“Oggi dovevamo andare a pranzo con una cinquantina di persone a Pontassieve”. Ma martedì sera “il proprietario del ristorante Sunset, che io abbraccio e tornerò da lui da privato cittadino, ha dovuto disdire. Perché quando si è sparsa la notizia che osava ospitare a pranzo 50 persone, pagato da noi, per un piatto di pasta tra un incontro e l’altro, è stato subissato di insulti e minacce di morte. Se c’è qualcuno che cerca eventuali fascisti, gli unici rimasti in Toscana sono i fascisti rossi”.

“Questo è accaduto anche ad agosto al caseificio Busti di Fauglia (Pisa) – ha proseguito il senatore leghista – dove la settimana prima era stato anche Eugenio Giani. Per lui c’è stato il silenzio, quando siamo andati noi ci sono state minacce di morte e invito al boicottaggio anche da parte di sindaci del Pd. La piccola soddisfazione è che, dopo settimane di insulti sui social e sui giornali, il fatturato del caseificio è aumentato del 20%”. (Fonte Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev).

 

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