ROMA – Avrebbero dovuto essere rimpatriati con l’espulsione “fast”, ma il volo charter si è guastato. Da giovedì scorso, il 13 settembre, 15 tunisini in fase di espulsione sono tornati liberi perché non c’erano posti nei Centri di permanenza per il rimpatrio. Ai migranti destinati al rimpatrio a Tunisi è stato solo consegnato un foglio di via e ora Matteo Salvini, il ministro dell’Interno, assicura approfondimenti sulla vicenda.
In proposito, il Viminale ricorda che i Cpr esistenti sono quelli di Torino (ampliamento da 175 a 210 posti entro fine anno), Roma (attualmente attivo il solo padiglione femminile per 125 posti; entro fine anno verranno ultimati i lavori di ristrutturazione del padiglione maschile, con identica capienza), Bari (in corso di ampliamento da 90 a 126 posti entro fine anno), Brindisi, Palazzo S. Gervasio (Pz) (ampliamento da 100 a 150 entro fine anno), Caltanissetta (ora in ristrutturazione, i lavori saranno ultimati a fine anno, capienza 96 posti). Sono in fase di attivazione l’ex carcere di Macomer (Nu), Modena, Gradisca d’Isonzo (Go), Milano.
Intanto i rimpatri proseguono e la mattina del 17 settembre un gruppo di 40 tunisini arrivati a Palermo pochi giorni fa è stato rimpatriato. Il resto del gruppo partirà con i prossimi charter, a partire da quello di giovedì, come sottolineato dal Viminale. Il 18 settembre si terrà a Roma una riunione tecnica tra esperti del Governo italiano e tunisino. L’obiettivo è “rafforzare e migliorare l’intesa esistente, che non soddisfa le esigenze del Viminale”, incrementando “il numero di tunisini riaccompagnati nel paese di origine, velocizzando le operazioni”.
“Il tanto celebrato accordo siglato dal Pd – dice il ministro Matteo Salvini – è insufficiente e di difficile attuazione. Dopo aver bloccato gli sbarchi, ora velocizzeremo e miglioreremo le espulsioni. E alcune modifiche sostanziali alle norme esistenti – che complicano la lotta all’immigrazione clandestina – saranno modificate con i decreti sicurezza e immigrazione”.