Saman Abbas, fatwa delle Comunità islamiche contro i matrimoni forzati: la religione non li giustifica

Saman Abbas, fatwa delle Comunità islamiche contro i matrimoni forzati. Finalmente anche le comunità islamiche italiane, gli imam, battono un colpo. Il caso di Saman Abbas, la diciottenne di origine pachistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) dopo aver denunciato i genitori che volevano costringerla a un matrimonio combinato, ha convinto le autorità religiose a prendere posizione. 

Saman Abbas, fatwa Comunità islamiche contro nozze combinate e infibulazione

Con forza. Hanno emesso infatti una fatwa contro i matrimoni combinati forzati e contro la pratica tribale dell’infibulazione. Queste pratiche non hanno alcuna giustificazione religiosa, sono contrarie all’Islam, vanno condannate e se possibile prevenute.

Fatwa, cosa significa

Per capire bene il passo ufficiale bisogna ricordare cosa significa “fatwa” che, inevitabilmente, riporta alla mente quella emessa contro lo scrittore Salman Rushdie, in pratica una sentenza di condanna a morte eseguibile da ogni musulmano praticante.

Questa è un’interpretazione ristretta e fuorviante. “Termine che indica genericam. un responso giuridico su questioni riguardanti il diritto islamico o pratiche di culto – segnala il vocabolario Treccani – . La parola ha avuto notorietà in Italia per l’uso restrittivo con cui è stata intesa nel linguaggio dei giornali che la riferirono alla condanna a morte in contumacia pronunciata nell’anno 1989 dall’ayatollah Khomeinī contro lo scrittore Salman Rushdie, ritenuto reo di sacrilegio verso la religione musulmana per il suo libro The Satanic Verses («Versi [o Versetti] satanici»)”.

La fatwa dell’Ucoii, il comunicato

Alla luce del caso di Saman Abbas, ragazza pakistana scomparsa nel Reggiano, dopo aver denunciato i genitori che volevano imporle un matrimonio combinato, “l’Ucoii emetterà – in concerto con l’Associazione Islamica degli Imam e delle Guide Religiose – una fatwa contro i matrimoni combinati forzati e l’altrettanto tribale usanza dell’infibulazione femminile”.

Lo scrive sul suo sito la stessa Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Questi, osserva l’Ucoii, “sono comportamenti che non possono trovare alcuna giustificazione religiosa. Quindi assolutamente da condannare, e ancor di più da prevenire”.

Il caso della giovane pakistana scomparsa a Novellara, si legge sul sito dell’associazione “ci ha sin dall’inizio amareggiati e preoccupati. Il presidente dell’Ucoii, Yassine Lafram, ha sin da subito seguito i primi lanci di agenzia per conoscere e aggiornarsi su quanto accade alla nostra sorella Saman.

Fortunatamente sono episodi che non hanno, per quanto a nostra conoscenza, un’estensione e una frequenza importanti. Ma sappiamo che all’interno di alcune comunità etniche persistono ancora situazioni e comportamenti lesivi dei diritti delle persone”.

“L’Ucoii respinge con forza questo tipo di concezione della condizione femminile e in generale della vita delle persone. Sono comportamenti che non possono trovare alcuna giustificazione religiosa, quindi assolutamente da condannare, e ancor di più da prevenire”.

“Allo stesso tempo rigettiamo qualsiasi speculazione politica di questa triste vicenda che mira ad infangare l’intera comunità islamica italiana. Preghiamo per Saman Abbas che ritorni sana e salva – conclude la nota -. E rivolgiamo un appello alla sua famiglia: non costruiamo odio ma amore partendo dal rispetto della vita”.

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