“Ho ucciso mia figlia”, sono queste le parole pronunciate dal papà di Saman Abbas un mese dopo la scomparsa della 18enne da Novellara (Reggio Emilia). Durante una telefonata a un parente Shabbar, che è ancora latitante in Pakistan insieme alla moglie, avrebbe quindi confessato l’omicidio della figlia di cui non si hanno più notizie dal 30 aprile 2021.
La telefonata del papà di Saman
“Per me la dignità degli altri non è più importante della mia (…) – diceva Shabbar, il papà della 18enne al parente nella telefonata intercettata -. Io ho lasciato mio figlio in Italia. Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno”. Lo stesso parente, sentito dai carabinieri il 25 giugno di quell’anno, ha riferito che l’uomo lo aveva chiamato per intimargli di non parlare di lui. “Io sono già rovinato – le parole di Abbas nel racconto del parente – avete parlato di me in giro, non lascerò in pace la vostra famiglia”. E ancora: “Io sono già morto, l’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l’abbiamo uccisa”, senza fare nomi, ma intendendo il contesto familiare.
Morte Saman Abbas, il processo
La conversazione è agli atti del processo che inizierà a febbraio a carico dei familiari. Gli inquirenti sono sicuri sia stata assassinata, perché rifiutava di sposare un cugino in patria e voleva andarsene di casa. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, nonostante mesi di ricerche nell’azienda agricola e nei terreni circostanti dove la giovane viveva.
Il processo è cominciato a maggio scorso a carico di cinque familiari rinviati a giudizio: lo zio della ragazza, Danish Hasnain e i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, arrestati nei mesi scorsi all’estero – Francia e Spagna – dove erano fuggiti; i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre ancora latitanti in Pakistan.
La scomparsa
Saman Abbas è scomparsa a fine aprile del 2021. L’ultima immagine è in un video, in cui si vede la 18enne allontarsi coi genitori verso i campi nove minuti dopo la mezzanotte tra il 30 aprile e il 1 maggio del 2021. Le telecamere dell’azienda agricola dove la famiglia viveva e lavorava hanno ripreso quella passeggiata notturna dalla quale la ragazzina non tornerà più. Le stesse telecamere, nei giorni precedenti, avevano registrato un via vai inequivocabile dei cugini e dello zio con piedi di porco e pale. E quattro giorni dopo anche un rito funebre.
Ad allertare le forze dell’ordine era stato il fidanzato Saqib. Dopo più di 17 mesi di ricerche, il corpo non è ancora stato trovato e si indaga per omicidio premeditato e soppressione di cadavere.