Saman Abbas è morta “strozzata o strangolata”: la relazione dei periti

La relazione preliminare sulla morte della 18enne pachistana è stata depositata in vista dell'udienza di venerdì prossimo. Per il suo omicidio sono accusati cinque parenti stretti della ragazza.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Maggio 2023 - 15:53 OLTRE 6 MESI FA
saman abbas strangolata

foto ANSA

Saman Abbas è morta “strozzata o strangolata”. È la conclusione a cui sono arrivati i periti nominati dalla Corte di assise di Reggio Emilia nella relazione preliminare medico legale e anatomopatologica. La relazione degli esperti è stata realizzata analizzando i resti del corpo ritrovato a novembre in un casolare vicino alla casa dove la giovane viveva. In termini medico-legali, chi strozza usa le mani mentre chi strangola serra il collo della vittima servendosi di altri strumenti.

Saman Abbas è morta strangolata o strozzata

Dagli accertamenti è emersa una frattura dell’osso ioide (quello del collo). Una lesione “di natura vitale, correlata ad un atto compressivo, come nello strozzamento o strangolamento”, scrivono i periti del team guidato dalla professoressa Cristina Cattaneo. Questa prima parte di perizia è stata depositata questa mattina in Corte d’Assise a Reggio e verrà discussa nel corso dell’udienza del 12 maggio.

La giovane uccisa nella notte del 30 aprile 2021

La relazione è stata fatta analizzando i resti ritrovati a novembre scorso in un casolare vicino alla casa dove la giovane viveva. Per l’omicidio della 18enne pachistana, la notte del 30 aprile 2021 a Novellara, la Procura di Reggio Emilia accusa cinque parenti: i genitori, lo zio e due cugini. Per domani è prevista l’udienza per l’estradizione del padre di Saman, Shabbar Abbas, a Islamabad.  

Il 12 maggio l’esito dell’autopsia

Tra pochi giorni sarà reso noto, per la prima volta nell’aula del tribunale, ciò che è emerso dall’autopsia sui resti di Saman Abbas. La perizia conclusiva sarà discussa in aula il 15 giugno, ma già venerdì 12 maggio la dottoressa Cristina Cattaneo, che guida il collegio dei consulenti nominati dalla Corte d’assise, sarà in tribunale a Reggio per aggiornare le parti.

In quella occasione la professoressa dovrà confermare che i resti sono quelli della diciottenne – circostanza già appurata da una serie di elementi, anche se non sono ancora stati comunicati gli esiti dell’analisi del Dna – e, soprattutto, fornire le prime considerazioni sulla modalità del delitto.