San Raffaele Cassino, Corte dei Conti: rimborsi gonfiati per 87 milioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Luglio 2013 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
L'ingresso del San Raffaele di Cassino

L’ingresso del San Raffaele di Cassino

ROMA – 86 milioni 931.219 euro e 54 centesimi. A tanto ammonterebbe, secondo la Corte dei Conti, il danno all’erario causato dall’ospedale San Raffaele di Cassino. Danno secondo l’accusa frutto di prestazioni sanitarie gonfiate. Di certo non una buona notizia  né per la proprietà dell’azienda,  la famiglia del deputato del Popolo della libertà Antonio Angelucci, re delle cliniche private, né per i 460 lavoratori di Cassino che protestavano a maggio dopo tre mesi senza stipendi.

Tutto parte nel 2010 da due denunce del presidente del collegio sindacale dell’Asl di Frosinone Edoardo Cintolesi. Una storia che Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera, racconta così:

Il procuratore regionale Angelo Raffaele De Dominicisne aveva accennato all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012 segnalando come la Corte dei conti avesse chiesto, e ottenuto, il sequestro conservativo di beni immobili per 126,5 milioni della società San Raffaele «a garanzia del danno subito dal servizio sanitario regionale per effetto di un’indagine sulla fittizia o irregolare erogazione di prestazioni di riabilitazione eseguite in particolare presso la casa di cura di Velletri». Indagine estesa anche alla clinica di Cassino con accertamenti affidati ai carabinieri dei Nas dai quali sarebbero emerse, raccontava De Dominicis, irregolarità tali da determinare un danno erariale enorme conseguente «non solo alla violazione sistematica delle convenzioni sanitarie ma soprattutto all’omissione di controllo sulla conformità e sulla regolarità delle prestazioni» rimborsate. E qui si arriva alle presunte pesantissime responsabilità e connivenze dei dirigenti pubblici.

Una storia, racconta il Corriere, che coinvolge diversi personaggi noti, compreso “er batman” Franco Fiorito.

Primo fra tutti, l’ex direttore generale della Asl Carlo Mirabella, deceduto qualche mese fa. Personaggio noto alle cronache: occupava quel posto al tempo della giunta di Francesco Storace, ma era stato rimosso da Piero Marrazzo. Per tornare alla guida della Asl con Renata Polverini. Il suo sponsor, Franco Fiorito, «Er Batman» di Anagni, che dovendo rinunciare alla poltrona di assessore all’Agricoltura, aveva ottenuto di designare il direttore dell’Asl della propria zona d’influenza. Piazzando lì, oltre a Mirabella, anche il direttore amministrativo: l’ex segretario comunale di Anagni, città della quale Fiorito era stato sindaco.