MILANO – Pierangelo Dacco' aveva referenti importanti non solo alla Regione Lombardia o in Sicilia, ma anche a Roma e quando aveva bisogno poteva rivolgersi a loro.
Lo ha spiegato lo stesso Dacco', durante l'interrogatorio dello scorso 17 aprile davanti al gip Vincenzo Tutinelli e ai pm milanesi Laura Pedio e Antonio Pastore, due dei titolari dell'indagine con al centro la Fondazione Maugeri.
Dacco', gia' in carcere per il caso S.Raffaele, e che circa due settimane fa si e' visto recapitare una nuova ordinanza di custodia cautelare per le vicende con al centro l'ente che ha sede a Pavia, nello spiegare ai magistrati il suo lavoro di 'lobbysta', come lo definiscono i suoi legali, ha spiegato: ''Io non avevo necessita' del ministero, perche' il ministero a livello centrale (…) sulle Regioni poco conta. E quando avevo bisogno di qualcuno, avevo referenti politici importanti a Roma e potevo rivolgermi a loro''.
Rispondendo al gip Tutinelli, Dacco' ha aggiunto: ''In particolare, negli ultimi anni, adesso purtroppo e' andato in cielo anche lui, era il senatore Comincioli del Pdl (…) e altri, avevo Micciche', che e' un amico; Pippo Fallica, che e' un altro amico''. Questi ultimi due ''assieme a Cammarata e Cuffaro'', ha spiegato ancora l'uomo d'affari, erano i suoi punti di riferimento per ''gli affari in Sicilia''.