MILANO – L'imprenditore Pierangelo Daccò, finito in carcere lo scorso 16 novembre per concorso in bancarotta e un mese dopo 'raggiunto' da nuova misura per associazione a delinquere nell'ambito dell'inchiesta milanese con al centro il dissesto finanziario del San Raffaele, resta a San Vittore.
A deciderlo, il gip di Milano Vincenzo Tutinelli che ha respinto l'istanza di arresti domiciliari presentata nei giorni scorsi dalla difesa dell'uomo d'affari.
E' fissata invece al 10 febbraio prossimo l'udienza in Cassazione per il ricorso presentato dalla difesa in relazione alla prima ordinanza. Il ricorso, sul profilo giuridico, riguarda la contestazione del reato di bancarotta in relazione al fatto che il Tribunale ha concesso il concordato preventivo, ed altri motivi aggiunti.
E' attesa, infine, nei prossimi giorni la decisione del gip in merito all'istanza di arresti domiciliari presentata dal legale di Mario Valsecchi, l'ex direttore amministrativo del San Raffaele, arrestato il 13 dicembre scorso su ordine del gip Tutinelli.