MILANO – Parla di ''consapevolezza del dissesto in capo ai protagonisti della vicenda'' il gip di Milano Vincenzo Tutinelli nelle motivazioni con cui ha rigettato l'istanza di arresti domiciliari per Pierangelo Dacco', l'imprenditore raggiunto da due ordinanze di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta con al centro il dissesto finanziario del San Raffaele.
Il magistrato sottolinea la mancanza di elementi nuovi che possano giustificare un affievolimento della misura e tra l'altro, sottolinea la consapevolezza del dissesto, di Cal (ex vicepresidente del San Raffaele morto suicida il 18 luglio scorso), Valsecchi (l'ex direttore amministrativo per cui oggi è stata respinta analoga richiesta di domiciliari) e lo stesso Dacco'. Riguardo ai primi due ''la consapevolezza dello stato di dissesto dei conti dell'universo del San Raffaele – scrive il gip – derivava dalla semplice conoscenza dei bilanci in quanto appartenenti al Consiglio di Amministrazione della Fondazione''.
Stessa consapevolezza di Daccò, continua il magistrato, ''è pacificamente desumibile dalla contiguita' con lo stesso Cal'', e ''dalla presenza massiccia nel periodo incriminato all'interno della struttura a stretto contatto con soggetti in posizioni apicali'' oltre che dalle dichiarazioni dello stesso Daccò ''che ha affermato – continua il gip – che le stesse richieste del Cal erano fondate sulla necessita' di denaro ''per far girare la baracca'', il che certo non e' dichiarazione tipica di una compagine in salute''.