San Raffaele, i pm: “Fondi neri e aereo di lusso per 45 milioni”

MILANO, 19 MAR – Circa 45 milioni di euro: e’ la cifra che sarebbe stata distratta dalle casse del San Raffaele, attraverso la realizzazione di una serie di operazioni – tra cui l’acquisto di un aereo di lusso per 35 milioni di euro – e la contestuale creazione di ‘fondi neri’ transitati soprattutto su conti esteri.

E’ quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini notificato dalla gdf a 7 indagati per associazione per delinquere e bancarotta, tra cui l’uomo d’affari Dacco’ e l’ex direttore amministrativo dell’ospedale Mario Valsecchi.

Dacco’, Valsecchi e gli altri cinque indagati, tra cui gli imprenditori Zammarchi e Fernando Lora della Progetti srl, avrebbero preso parte alla associazione per delinquere per la creazione dei ”fondi neri”. Denaro che – come riportato nell’avviso di chiusura – sarebbe in gran parte stato girato dal vecchio management del gruppo a Dacco’, il quale lo avrebbe poi fatto transitare nella sua ”complessa e consistente rete di societa’ e conti esteri”. I soldi, tra il 2006 e il 2011, sarebbero stati trasferiti ”su plurimi conti correnti, con movimentazioni periodiche a favore di beneficiari non identificabili”. Un punto, quest’ultimo, su cui gli inquirenti stanno ancora indagando. La posizione di Dacco’, Valsecchi e degli altri cinque, infatti, e’ stata stralciata – per la chiusura e la successiva richiesta di processo – dal fascicolo di indagine ancora aperto che ‘punta’ ad accertare a chi siano arrivati parte dei fondi neri. Inchiesta ancora aperta che ruota sempre attorno a Valsecchi e Dacco’ e che intende ricostruire, anche in base alle risposte fornite da Valsecchi negli interrogatori, eventuali altri episodi di distrazione e dissipazione che hanno portato a un ‘buco’ complessivo di oltre 1 miliardo di euro.

Nell’avviso, firmato dai pm Orsi, Pedio e Ruta, si fa riferimento anche al ‘braccio destro’ di Dacco’, Giancarlo Grenci, per il quale le indagini vanno avanti, e che sarebbe stato per l’accusa ”esecutore delle operazioni di trasferimento ed occultamento del denaro”. Tutti e 7 gli indagati, da quanto si e’ saputo, hanno in sostanza ammesso di aver preso parte alle operazioni di dissipazione di parte del patrimonio del San Raffaele. Un vero e proprio ”sistema”, secondo l’accusa, nel quale gli imprenditori sovraffatturavano i costi al San Raffaele e i ‘fondi neri’ cosi’ realizzati venivano incassati dal vecchio management e girati a Dacco’ che li occultava. Nell’avviso di chiusura vengono elencati tutti gli episodi di distrazione e dissipazione per un totale di circa 45 milioni: 800 mila euro sovraffatturati al San Raffaele dalle imprese degli Zammarchi; ”un milione di euro” per l’operazione ”fittizia” di ”acquisto di un immobile in Cile”; i 35 milioni dell’operazione ”Assion” per l’acquisto dell’aereo su cui viaggiava Don Verze’, un ”importo del tutto sproporzionato rispetto alle esigenze ed alla situazione economica” del gruppo. E ancora: ”due milioni di euro” per una consulenza su un nuovo aereo da comprare; 510 mila euro per un’altra consulenza relativa a una delle tante societa’ di Dacco’; quasi 1,8 milioni di euro girati ”in contanti” a Cal e Grenci con le sovraffatturazioni della Progetti; quasi 3 milioni di euro in ”bonifici” relativi a false fatture.

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