L’anziano, affetto da leucemia cronica, quel giorno arrivò al pronto soccorso con una diagnosi d’ingresso di “stato anemico”. I sanitari decisero di procedere con una trasfusione. “Ma nel preciso momento in cui il plasma inizia a fluire nella vena – si legge nella denuncia presentata dalla famiglia dell’anziano deceduto – nostro padre iniziava improvvisamente a tremare e non riusciva a parlare. È stata subito staccata la sacca di sangue e attaccata una flebo di glucosio”. Dopo poche ore giunse il decesso dell’anziano.
Ma non è un caso isolato. Già nelle settimane precedenti alle morte di Ruffolo infatti si era registrato un caso simile tra le corsie dell’Annunziata. In quell’occasione, per fortuna, l’uomo (si tratta di un 36enne) che venne sottoposto a trasfusione riuscì a superare grazie a terapie tempestive la parziale compromissione, determinata dall’immissione nel corpo di plasma infetto da “serratia marcescens”, di alcuni parametri vitali.