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Sanità, 15 mln di nuovi assistiti. Migranti? No, cani, gatti, uccellini…

di Mino Fuccillo |16 Ottobre 2017 11:25

Sanità, 15 mln di nuovi assistiti. Migranti? No, cani, gatti, uccellini...

Sanità, 15 mln di nuovi assistiti. Migranti? No, cani, gatti, uccellini…

ROMA – Sanità, 15 mln circa di nuovi assistiti. Quindici milioni a star stretti. Il Welfare sanitario italiano è pronto ad allargarsi come non mai, ad estendere enormemente la sua platea: più o meno un 25 per cento in più di quella attuale. Adesso, fino a ieri, gli assistiti dal servizio sanitario nazionale coincidevano con la popolazione residente, più o meno una sessantina di milioni di uomini, donne, bambini, anziani, giovani, neonati in ogni condizione di salute e reddito.

Fino a ieri. Fino alla sentenza apripista dell’Università La Sapienza di Roma. Non è proprio una sentenza, non c’è stato giudice o tribunale, però è un precedente. Un precedente che può fare, come si dice, giurisprudenza. Una signora, biblotecaria all’Università, si è trovata con il suoi cane che aveva bisogno di intervento chirurgico. E ha chiesto due giorni di permesso dal lavoro. Concessi. Ovvio, giusto, regolare. Ma poi la signora ha scoperto che i due giorni glieli avevano scalati dalle ferie…

E allora ha fatto istanza e ricorso. E siccome siamo in Italia dove c’è sempre una legge che dà ragione a chiunque e a qualunque cosa (c’è sempre anche ovviamente una legge uguale e contraria), la signora ha convinto con le buone, ma minacciando le cattive, l’Università. Brandendo sentenze della Cassazione dove c’è scritto che mancata cura di animali equivale a maltrattamento. la signora ha convinto l’Università ad “abbozzare” (il termine esatto è di Lorenzo Mondo su La Stampa). I due giorni di ferie sono diventati giorni retribuiti. Retribuiti ma dedicati alla cura del setter ammalato.

Estendendo il concetto e la prassi, eccoli i 15 milioni e passa di nuovi assistiti dalla Sanità pubblica italiana: i cani, i gatti, gli uccellini e tutti gli altri animali da compagnia che vivono appunto in compagnia e nelle case degli italiani. Permessi retribuiti per assisterli in caso di interventi chirurgici. E in caso di malattie croniche?  Un’altra legge 104 se il portatore di handicap in famiglia è l’animale? Aspettativa retribuita se la sua malattia è lunga e inguaribile?

E chi controlla, stabilisce, verifica, dirime? Una sezione Inps ad hoc? Giudici, avvocati, veterinari impegnati. Chi porta il certificato, chi attesta? Chi sarà in buona fede e chi ci proverà a saltare il lavoro inventando o gonfiando la zoppia a quella povera zampa?

In una bella e franca sbornia di incoscienza animal-chic è stata festa per la “sentenza”. Brindisi all’insegna del “mettiamoli nello stato di famiglia” e diamogli la tessera sanitaria. E che il Welfare italiano apra festoso le sue porte a 15 milioni di nuovi assistiti, costi quel che costi, è questione di umanità. Ai migranti? Ma che sei scemo? Quelli saranno due/trecentomila e poi soldi sottratti, rubati agli italiani sarebbero. E basta col buonismo. Per cani, gatti, criceti, pappagalli, tartarughe e i loro fratelli e sorelle è che non si deve badare a spese, aprire il cuore e il portafoglio. Costi quel costi, Welfare per tutti. E’ questione appunto di umanità.

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