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Sanità in Lombardia, Daccò sentito su suoi rapporti in Regione

di Maria Elena Perrero |12 Giugno 2012 21:12

MILANO – A Pierangelo Daccò, l’uomo d’affari in carcere con l’accusa di aver gestito 70 milioni di euro di presunti fondi neri provenienti dalle casse della Fondazione Maugeri, sarebbe stato chiesto ‘conto’: lo scrive l’agenzia Ansa, in base “a quanto è filtrato dall’interrogatorio (il verbale è secretato), dei suoi rapporti e delle sue ‘entrature’ in Regione Lombardia”.

Sempre secondo quanto riporta l’Ansa, gli inquirenti gli avrebbero fatto domande anche su ‘nuovi temi’ di indagine, comprese quelle presunte ”utilità” che potrebbe aver ‘girato’ a funzionari pubblici. Daccò è stato sentito dai pm per sei ore.

Il procuratore aggiunto Francesco Greco e i pm Antonio Pastore e Laura Pedio, titolari dell’inchiesta che ha portato in carcere anche l’ex assessore Dc Antonio Simone, avevano scritto in uno degli atti delle indagini ”di pagamenti riservati dalla Fondazione Maugeri anche a favore di esponenti politici o loro familiari” e avevano parlato di ”ingenti somme di denaro” non solo per Daccò e Simone ma anche per ”tutti coloro che, politici o funzionari pubblici o intermediari, hanno negli anni illecitamente agevolato l’attività della Fondazione Maugeri in diverse iniziative e in varie località”.

Nei giorni scorsi, inoltre, i pm avevano interrogato anche la ex dirigente del Pirellone, Alessandra Massei, che risulta indagata e che, secondo le indagini, sarebbe stata uno dei referenti di Daccò in Regione, poiché si interessava anche degli accreditamenti delle strutture sanitarie regionali.

Secondo quanto scrive l’agenzia Ansa, nell’interrogatorio sarebbero stati toccati diversi capitoli dell’inchiesta, ‘vecchi’ e ‘nuovi’ temi di indagine, e probabilmente potrebbero essere stati contestati tutta una serie di movimenti sulle carte di credito estere di Daccò che gli investigatori della polizia giudiziaria hanno analizzato in questi giorni. Così come al centro degli accertamenti ci sono l’iter delle delibere regionali sui rimborsi alla Fondazione Maugeri e i ‘benefit’ – come le vacanze ai Caraibi per tre capodanni, cene e yacht – che Daccò avrebbe offerto a Roberto Formigoni.

In più le verifiche su un bonifico in due tranche per un totale di un milione e 100 mila euro fatto circa un anno fa da Formigoni a Alberto Perego, amico e stretto collaboratore del Governatore: denaro poi utilizzato da Perego per acquistare da Daccò una villa in Sardegna pagata, a dire di quest’ultimo, 3 milioni.

Il ‘punto centrale’ dell’inchiesta resta comunque quello di accertare dove siano finiti e come siano stati utilizzati i circa 70 milioni che Daccò avrebbe distratto dalle casse della Fondazione per creare fondi neri all’estero. Daccò si era descritto in un interrogatorio come una persona non esperta di sanità ma in grado di ”aprire le porte in Regione Lombardia” e che incassava ”una somma forfettaria pari al 25 per cento di quanto la Fondazione avrebbe ottenuto” come rimborsi.

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