Sanità Puglia, riesame: “Reato associativo per sette indagati”

BARI – Chiuso il cerchio sulla presunta "cupola" della sanità pugliese capeggiata, secondo la Procura di Bari, dal senatore Alberto Tedesco, ex assessore alla Sanita' della Regione Puglia: il Tribunale del Riesame, rispondendo all'appello dei pm Digeronimo, Bretone e Quercia, ha valutato ciascuna delle 14 posizioni per le quali gli inquirenti avevano chiesto il riconoscimento del reato associativo, rispetto ai 41 indagati nel fascicolo.

E ha accolto il ricorso per 7 di loro, rigettato per altri sette indagati (l'ex capoarea gestione Patrimonio dell'Asl di Bari, Antonio Colella, i dirigenti Nicola Del Re e Filippo Tragni, gli imprenditori Garofoli, Mazzocca, Dante e Michele Columella), che, secondo il Riesame, avrebbero usufruito dei favori ma non avrebbero fatto parte della rete.

Secondo i giudici, infatti, a pilotare nomine di dirigenti delle Asl pugliesi e di primari, controllando forniture e gare d'appalto a favore di imprenditori amici, a loro volta in grado di garantire a Tedesco un consistente pacchetto di voti, era un gruppo di sette persone: Alberto Tedesco, suo genero Elio Rubino, il suo braccio destro Mario Malcangi, gli imprenditori Rana, Balestrazzi, Petronella e l'ex direttore amministrativo della Asl Bat, Felice De Pietro.

Nei confronti di quattro di loro (Tedesco, Rubino, Malcangi e Rana) il provvedimento del Riesame è ormai definitivo dopo la decisione della Cassazione. Per Tedesco sarà per la seconda volta la giunta per le autorizzazione a procedere del Senato a decidere sull'arresto, mentre gli altri tre sono stati arrestati nei giorni scorsi. Interrogati questa mattina in Procura a Bari, Rubino si avvalso della facoltà di non rispondere, Malcangi e Rana si sono difesi contestando tutte le accuse e soprattutto quella di aver fatto parte della presunta associazione per delinquere che i pm gli contestano.

Malcangi ha riferito di essere solo un componente della segreteria di Tedesco e di non aver avuto mai voce in capitolo nelle attività finalizzate al controllo delle Asl pugliesi. Rana ha invece messo in evidenza che se qualche volta si è rivolto ai politici, è stato solo perchè le Asl non pagavano quanto dovuto.

Rana ha inoltre sottolineato, stando a quanto riferito dalla difesa, che questa inchiesta "ha acceso i riflettori su una piccola azienda, la sua, quando grandi gruppi imprenditoriali hanno il monopolio dell'assistenza sanitaria pugliese, raggiungendo fatturati di centinaia di migliaia di euro". Al termine degli interrogatori, davanti al gip del tribunale di Bari Anglana, entrambi hanno chiesto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il 28 settembre scorso la Procura ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a 41 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, concussione, turbativa d'asta, abuso d'ufficio, rivelazione del segreto d'ufficio, truffa, corruzione, falso materiale e ideologico e peculato.

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