ROMA – Probabili disagi in corsia per pazienti e ricoverati, lunedì 3 novembre, per lo sciopero nazionale degli infermieri, mentre sabato a far sentire la loro voce saranno i medici iscritti ai sindacati confederali.
Per la giornata di lunedì, spiega Andrea Bottega, segretario del Nursind, il sindacato che riunisce circa 22.000 dei 220.000 infermieri italiani, sono “a rischio le attività ambulatoriali e gli interventi chirurgici programmati ma saranno garantiti gli interventi d’urgenza”.
“Fine del blocco del turn over e la sostituzione di coloro che vanno in pensione, soprattutto nelle Regioni in piano di rientro”, una delle principali richieste, spiega Bottega. Altro motivo di malcontento, è il mancato rinnovo del contratto di categoria, scaduto 5 anni fa. “Ciò significa che i nostri stipendi sono fermi al 2009”, aggiunge.
Ma quello degli infermieri non è l’unico settore del comparto sanità in mobilitazione in questi giorni resi ancora più ‘caldi’ da una Legge di Stabilità che prevede nuovi tagli.
A scendere in piazza in occasione della manifestazione indetta per sabato 8 novembre dalle categorie dei servizi pubblici di Cgil Cisl e Uil saranno anche i medici. “Riorganizzare e migliorare il Servizio sanitario nazionale, per evitare ulteriori insostenibili tagli”, dare “una risposta vera ai 10.000 medici precari”, “rinnovo del contratto” e “un’appropriata responsabilità professionale”, sono le richieste al Governo.