Sanità Sicilia: 10 arrestati accusati di corruzione. Anche commissario Covid paladino della legalità

La chiamavano Sanità. “Sorella sanità”

A leggere le notizie riportate dalle agenzia di stampa e dai giornali e a sentire le prime indiscrezioni, sembra il far west. Appalti gestiti senza regole. Evidentemente anche senza morale. Un coacervo di bandolero, che sembrerebbe aver gestito la cosa pubblica come fosse privata.  Fa notizia nella notizia, l’arresto del commissario per l’emergenza Covid – già direttore dell’ASP e dirigente virtuoso. Il robin hood della sanità, che aveva sospeso gare già assegnate portando all’ASP Siciliana risparmi per 54 milioni di euro.

E senza voler pensare male (che è peccato anche se spesso ci si prende) chissà quanto altro c’è da scoprire, perché qui di virtuoso sembra esserci solo il giro d’affari.

La notizia

10 arresti in Sicilia in un’indagine su presunte tangenti nella sanità: tra gli arrestati, scrivono Ansa e Repubblica, c’è anche Antonio Candela, commissario regionale per l’emergenza Covid.

La notizia fa clamore anche perché Candela è sempre stato considerato un baluardo della legalità nella sanità palermitana.

Sanità Sicilia: 10 arresti della Guardia di Finanza

Scrive l’Ansa che l’indagine, che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici, ha portato all’arresto di dieci persone accusate, a vario titolo, di corruzione.

Gli investigatori ipotizzano un giro di mazzette che ruotava intorno alle gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e dall’ASP 6 di Palermo per un valore di quasi 600 milioni di euro.

L’operazione, denominata “Sorella Sanità”, è stata condotta dai militari del comando provinciale di Palermo della Guardia di Finanza.

Gli indagati colpiti dall’ordinanza di misure cautelari firmata dal Gip del tribunale di Palermo sono complessivamente 12, dieci dei quali sono stati arrestati.

Sono tutti a vario titolo indagati, prosegue l’Ansa, per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.

Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di 7 società, con sede in Sicilia e Lombardia.

Arrestato il commissario all’emergenza Covid

Raccontano Ansa e Repubblica che c’è anche Antonio Candela, 55 anni, attuale Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, tra i dieci arrestati.

Candela, che è ai domiciliari, è stato Commissario Straordinario e Direttore generale dell’Asp 6 di Palermo. Spiega l’Ansa che proprio alcune gare indette dall’Asp di Palermo, secondo gli inquirenti, sarebbero al centro di un giro di mazzette.

Durante il periodo in cui rivestiva la carica di direttore generale dell’Asp di Palermo, la più grande della Sicilia, Antonio Candela era stato protagonista di numerose iniziative per la trasparenza e la legalità.

Tanto da ricevere i complimenti dell’allora presidente della Regione Rosario Crocetta e dell’assessore alla Sanità del tempo, Lucia Borsellino, per i risparmi ottenuti dalla sua gestione.

In particolare Candela aveva revocato diverse gare d’appalto con risparmi per circa 54 milioni di euro: 10 per la base d’asta della fornitura di pannoloni, 6 per la base d’asta dei sistemi informativi dell’azienda, 18 per l’appalto dei sistemi di vigilanza e circa 20 milioni il servizio di gestione e manutenzione degli impianti tecnologici.

“Un record raggiunto – aveva spiegato Antonio Candela – con una serie di aggiustamenti che tengono conto anche di alcuni fattori prima non inclusi nelle ex basi d’asta delle gare”. Contro queste revoche erano stati presentati diversi ricorsi al Tar, al Cga e al Consiglio di Stato, quasi sempre i giudici avevano dato ragione all’ex manager.

Le indagini della Guardia di Finanza

Le indagini sugli appalti della Sanità in Sicilia che sarebbero stati pilotati sono state condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria delle fiamme gialle di Palermo con intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, videoriprese, esami documentali e dei flussi finanziari.

In particolare gli investigatori hanno analizzato 4 procedure ad evidenza pubblica, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro.

Scrive l’Ansa che nel mirino degli inquirenti sono finiti: la gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali – gara bandita dall’ Asp 6 del valore di 17 milioni e 635mila euro; i servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dalla CUC del valore di 202 milioni e 400mila euro; la fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici – bandita dal Asp 6 del valore di 126 milioni e 490mila euro. E infine i servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale – bandita dalla CUC del valore di 227 milioni e 686mila euro. (Fonti: Ansa e Repubblica)

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