Sarah Scazzi, autopsia: strangolata con una cintura, morta in 2 minuti

Pubblicato il 12 Novembre 2010 - 00:44 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Scazzi è morta in due-tre minuti per asfissia da strangolamento. L’assassino ha usato una cintura larga 2,6 centimetri circa – ”con oscillazioni che vanno da 2,4 a 2,8 centimetri” – che ha lasciato un solco sul collo della quindicenne. E’ uno dei dati che emerge dalla relazione preliminare alla perizia autoptica consegnata giovedì mattina alla procura dal medico legale Luigi Strada. Non solo, ma dalla simulazione fatta fare a Michele Misseri delle modalità con le quali Sarah sarebbe stata strangolata emergono anche, per il medico legale, molti dubbi che il contadino sia davvero l’assassino.

La relazione, in tutto una dozzina di pagine comprese alcune foto della vittima, è stata depositata nel corso della seconda udienza del tribunale del Riesame di Taranto che dovrà decidere sul ricorso presentato dalla difesa di Sabrina Misseri, che chiede la scarcerazione della 22/enne cugina di Sarah Scazzi. L’indagata è accusata di sequestro di persona e concorso in omicidio. Era stato il papà di Sabrina, Michele, anche lui in carcere e protagonista di questa inchiesta dalla prima confessione alla chiamata in correità della figlia sino ad addossarle la totale responsabilità materiale del delitto, ad indicare nell’ultimo interrogatorio del 5 novembre scorso in una cintura l’arma del delitto, e non in una corda come indicato sin dal primo momento.

Il contadino aveva però fatto riferimento esplicito ad una cintura custodita nel bagagliaio della sua Seat Marbella, sotto la ruota di scorta. Ma questa cintura è larga 3,3 centimetri e sarebbe incompatibile con le tracce rilevate sul collo di Sarah. Forse per questo motivo, oltre a questa cintura, i carabinieri ne hanno sequestrate altre 49, da uomo e da donna, trovate in casa Misseri. Saranno i carabinieri del Ris, dal 16 novembre prossimo, a dire con quale cintura e’ stata strangolata la quindicenne. I dubbi sulla colpevolezza di Michele quale autore materiale del delitto nascono dalla simulazione, nella seconda visita medica a cui e’ stato sottoposto, delle modalita’ del delitto. A Misseri è stato fornito un foulard arrotolato a mo’ di fune.

”Si nota una certa incertezza – scrive Strada – nelle azioni e approcci al collo della vittima del tutto diversi da quello che ripropone il reperto anatomo-patologico. Solo alla fine, dopo aver avuto suggerimenti dal sottoscritto (Strada), il Misseri riesce a posizionare il foulard in modo corretto pur effettuando uno scambio di mani sulle due estremita’ che mettono in dubbio la presa e la rapidità di azione di un evento omicidiario”. Nella relazione preliminare del medico legale (la perizia definitiva dovrebbe essere consegnata nelle prossime ore) non c’è traccia di un delitto compiuto a quattro mani, si spiega che le due cicatrici rilevate sul braccio destro di Misseri sono compatibili con la sua versione di essersele procurate lavorando in campagna e si conferma che non è stato possibile accertare se l’uomo, come ha confessato, abbia abusato del cadavere della ragazzina perche’ il corpo di Sarah è rimasto per 42 giorni in un pozzo pieno d’acqua.

L’udienza del tribunale del Riesame siè’ conclusa a tarda sera, giovedì, dopo oltre sei ore di discussione nelle quali accusa e difesa hanno depositato una serie di documenti. La Procura ha presentato un promemoria di una quindicina di pagine con gli elementi salienti emersi dalle indagini, l’ordinanza con la quale il gip Martino Rosati ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica su Michele Misseri e la relazione preliminare del medico legale. Il collegio difensivo aveva già consegnato nella precedente udienza di martedì scorso i risultati di indagini difensive contenenti cinque testimonianze che minerebbero – secondo i difensori – la credibilità di Michele Misseri e di Mariangela Spagnoletti.