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Sarah Scazzi, la cugina Sabrina portata in caserma. E’ stata complice del padre Michele Misseri?

di Alberto Francavilla |15 Ottobre 2010 17:52

Sarah Scazzi

Sabrina Misseri, la cugina di Sarah Scazzi, è stata portata nella caserma dei carabinieri di Manduria. È lei la persona che i carabinieri hanno condotto fuori dall’abitazione di Michele Misseri ad Avetrana (Taranto). La ragazza è stata portata via dagli investigatori per essere interrogata in qualità di persona informata sui fatti. Dunque si addensano le nubi sulla figura di Sabrina (leggi l’approfondimento sui “quattro dubbi”): è stata complice del padre, che si è autoaccusato per l’omicidio della nipote Sarah Scazzi? Anche Michele Misseri è stato portato in caserma per un confronto padre e figlia.

Misseri era stato riportato nella propria casa (il supposto luogo del delitto) per un sopralluogo con gli investigatori. Al suo arrivo, è stato accolto dai fischi dei suoi compaesani. Subito dopo che Misseri è stato portato via, una persona protetta dai carabinieri e incappucciata è stata portata via dalla villetta di via Deledda. Dopo il sopralluogo, si erano già sparse le voci di un possibile interrogatorio di Sabrina e di Mariangela Spagnoletti, l’amica che con la stessa Sabrina e con Sarah quel pomeriggio di agosto avrebbe dovuto andare al mare.

Gli inquirenti, insieme a Misseri, si sono poi spostati nel podere dove si trova il pozzo nel quale è stato occultato il cadavere di Sarah. Con l’esperimento giudiziale gli inquirenti avrebbero dunque ricostruito non solo le fasi del delitto nel garage di casa Misseri, ma anche quelle successive durante le quali, secondo la sua confessione, il contadino avrebbe violentato il cadavere della nipote, nascondendo il corpo e poi bruciando gli effetti personali della vittima in un terreno poco distante.

Inoltre i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) hanno eseguito rilievi sulla Seat Marbella di Misseri. Nella sua confessione l’uomo ha detto di aver caricato il corpo di Sarah nel bagagliaio della vettura, trasportandolo in campagna dove, in due terreni diversi, avrebbe violentato il cadavere nascondendolo poi in un pozzo pieno d’acqua.

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