La Corte, presieduta dal giudice Petragallo, si è riservata di decidere sulla richiesta presentata dall’avvocato Pasquale Corleto, per conto del Comune, di sanare un errore materiale nella sentenza di primo grado del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi a proposito del risarcimento dei danni chiesto dall’ente locale. Il pubblico ministero Marina Mannu ha chiesto il rinvio degli atti alla Corte d’Assise d’appello o il rigetto dell’istanza ritenendo la correzione non formale, bensì un atto che investe la questione sostanziale della sentenza. Gli avvocati Nicola Marseglia, difensore di Sabrina Misseri, e Lorenzo Bullo, difensore di Carmine Misseri, hanno chiesto il rigetto dell’istanza.
In primo grado, la Corte d’Assise ha condannato all’ergastolo Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa e buttata in un pozzo il 26 agosto del 2010. Otto anni sono stati inflitti a Michele Misseri, lo zio di Sarah accusato di soppressione di cadavere, 6 anni a Carmine Misseri e Cosimo Cosma (quest’ultimo deceduto qualche settimana fa), anche loro accusati di soppressione di cadavere, 2 anni a Vito Russo, ex difensore di Sabrina, per intralcio alla giustizia. Per i tre favoreggiatori, la Corte ha comminato un anno di reclusione ciascuno ad Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano e un anno e 4 mesi a Giuseppe Nigro, con pena sospesa. I termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri e sua madre Cosima scadranno il 20 gennaio 2015.