Sarah Scazzi, il fratello e il nipote di zio Michele “volevano precostituirsi un alibi”

Michele Misseri

AVETRANA (TARANTO) – Carmine Misseri e suo nipote Cosimo Cosma hanno attuato un ”generalizzato tentativo di crearsi dei copioni ben articolati per sostenere gli interrogatori”. Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, il colonnello Giovanni Di Blasio, nella conferenza stampa tenuta insieme col procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e col comandante del reparto operativo dei carabinieri, Antonio Servedio, sui due arresti eseguiti nell’ambito dell’inchiesta sull’uccisione di Sarah Scazzi.

I tentativi di precostituirsi un alibi, hanno riferito gli inquirenti, emergerebbero da intercettazioni ambientali fatte ai due arrestati. In particolare, Misseri e Cosma avrebbero cercato di prepararsi le risposte da dare agli inquirenti su dove si trovavano poco dopo che era stato commesso il delitto. ”Tanto io l’ho imparato a memoria” sarebbe una delle frasi intercettate dagli investigatori e pronunciata da uno dei due arrestati.

Dalle intercettazioni ambientali, hanno riferito gli inquirenti, emergerebbero anche contraddizioni rispetto alle testimonianze dei due arrestati e contrasti con le risultanze dei tabulati telefonici acquisiti durante le indagini. Sebastio ha specificato che il provvedimento di custodia cautelare in carcere a termine per trenta giorni è stato emesso sulla base del combinato disposto dell’articolo 302 del codice di procedura penale ”per tutelare esigenze di indagine ed evitare inquinamento delle prove”.

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