TARANTO – ”Con Sarah avevo un buon rapporto. La mia impressione è che sentisse la lontananza di padre e fratello, che erano lontano per lavoro, e mi vedesse forse come figura paterna. Spesso voleva essere abbracciata, e la abbracciavo.
Una delle ultime volte che mi abbracciò mi disse ‘Ti voglio bene’ e io le dissi ‘Anch’io ti voglio bene”’. Lo ha dichiarato il teste Ivano Russo che sta deponendo al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi.
”Ho conosciuto Sabrina e Sarah – ha proseguito Ivano – nel dicembre 2009. Con Sabrina inizialmente ho instaurato un rapporto di amicizia, Sarah era più piccola e con lei ci voleva particolare attenzione perché la nostra comitiva era di adulti”.
”Con Sabrina si instaurò mano a mano un rapporto confidenziale. Ad un certo punto però vidi da parte sua atteggiamenti ambigui, complimenti che andavano oltre. Le ho chiesto se per lei era ancora amicizia o qualcos’altro, e lei mi disse che era amicizia. Ma pochi giorni prima che Sarah morisse ho deciso di troncare il rapporto perché non mi convinceva, e mi sono allontanato anche per non farla soffrire”, ha detto Ivano Russo.