Sarah Scazzi, 300 testimoni e il “sogno” del fioraio: via al processo

Michele Misseri (Lapresse)

TARANTO – Michele Misseri, che da mesi si proclama unico colpevole del delitto di Sarah Scazzi, è libero e la sua posizione archiviata. Sua figlia Sabrina e la moglie Cosima Serrano sono in carcere ma si proclamano innocenti. Trecento testimoni tra accusa e difesa. Tre sentenze della Cassazione che sottolineano la mancanza di gravi indizi di colpevolezza. Un’accusa, quella contro Cosima e Sabrina, che si regge sul “sogno” di un fioraio. Sono i numeri e le caratteristiche del processo che si apre martedì 10 gennaio, quello per la morte di Sarah Scazzi, la ragazzina di 15 anni scomparsa il 26 agosto 2010 e trovata morta in un pozzo un mese più tardi.

“Sono stato io, solo io”, continua a ripetere Michele Misseri, lo zio di Sarah che si proclama unico colpevole dopo varie versioni. Lui l’avrebbe uccisa e lui avrebbe occultato il cadavere nel pozzo dove poi l’ha fatta ritrovare. In 45 minuti circa. Troppo poco per la procura, quasi impossibile far tutto da solo. Ma la sua posizione è stata archiviata: il titolare dell’indagine, il magistrato Mariano Buccoliero, non vuole neanche ascoltarlo durante il processo. Per l’accusa le colpevoli sono Cosima e Sabrina, oggi rinchiuse in carcere. E l’accusa si basa in buona parte sulla testimonianza resa dal fioraio Giovanni Buccolieri che ha detto agli inquirenti di aver visto, il giorno in cui Sarah è sparita, le due donne Misseri rapire la ragazza in strada. Salvo poi smentirsi e dire che si trattava solo di un sogno.

Gli inquirenti però credono a questa versione, anche se oggi Buccolieri e tutti coloro che hanno appoggiato la versione del sogno sono indagati per falsa testimonianza. Su tutto pesano poi tre sentenze della Corte di Cassazione secondo cui gli indizi di colpevolezza sono pochi e deboli. Sabrina Misseri, dal carcere, fa sapere: “Io amavo Sarah, non le avrei mai fatto del male”.

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