Sarah Scazzi, Ris: “Dati dal cellulare, analizzate 18 cinture dei Misseri”

TARANTO – Il cellulare di Sara Scazzi presentava bruciature e aveva il display rotto, ma la scheda sim, estratta dal telefono e analizzata separatamente, era in uno stato di conservazione discreto e si potevano estrarre i dati. Lo ha riferito il maresciallo capo Giuseppe Finizia, del Ris di Roma, testimoniando al processo in Corte d’Assise per l’omicidio della quindicenne di Avetrana.   Diciotto cinture, ritenute piu’ interessanti tra quelle sequestrate dalla polizia giudiziaria nell’abitazione della famiglia Misseri, sono state analizzate dai carabinieri del Ris alla ricerca del Dna da comparare con quello degli indagati per l’omicidio di Sarah Scazzi. In alcuni casi sono state trovate tracce compatibili con il profilo genetico di Michele Misseri. Lo ha detto il maggiore Andrea Berti, ufficiale del Ris, nel corso della diciassettesima udienza del processo per l’omicidio della 15enne di Avetrana, uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010.

”Il telefonino fu rimesso in funzione con una batteria nuova – ha sottolineato il maresciallo – e alla prima accensione sullo schermo apparve una foto di Sarah seduta in auto. Fu possibile estrarre liste di chiamate, messaggi in entrata e in uscita, una bozza di un messaggio non inviato. Anche dalla scheda di memoria furono estratti dati. ”Iniziammo – ha aggiunto il maresciallo del Ris – una collaborazione tecnica con l’azienda produttrice Vodafone. I messaggi erano contenuti nella memoria del telefonino e furono tutti recuperati”.

Il maggiore Berti ha fatto presente che le cinture sono state divise in porzioni e analizzate separatamente con tampone. Sono stati compiuti accertamenti anche sul telefonino di Sarah Scazzi, che aveva la sim card inserita, una scheda di memoria Sd con batteria e un ciondolo composto da un lucchetto e una piccola lattina. Il maggiore ha aggiunto che il Reparto investigazioni scientifiche ha effettuati i rilievi sui pavimenti e sui muri della veranda, dell’ingresso, del corridoio e della cucina della villetta dei Misseri, in via Deledda, ma non in camera da letto. Sabrina Misseri, accusata insieme alla madre Cosima Serrano di aver ucciso Sarah Scazzi, ha pianto durante la deposizione dell’ufficiale del Ris.

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