TARANTO – Ergastolo a Sabrina Misseri e Cosima Serrano per l’omicidio di Sarah Scazzi. Michele Misseri è stato condannato a 8 anni. La sentenza sull’omicidio di Sarah, strangolata e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto), è stata accolta tra gli applausi il 20 aprile, dopo 4 giorni di camera di consiglio.
Il verdetto arriva al termine di un processo durato 15 mesi con 52 udienze. Nove gli imputati. Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, zia e cugina di Sarah, sono accusate di omicidio volontario, sequestro di persona, soppressione di cadavere e furto aggravato: per loro la pubblica accusa ha chiesto l’ergastolo.
Michele Misseri, marito di Cosima e padre di Sabrina, che inizialmente si accusò del delitto facendo ritrovare i resti di Sarah per poi accusare la figlia e successivamente ritrattare addossandosi tutte le responsabilità, risponde ora solo di soppressione di cadavere e furto aggravato e rischia nove anni di carcere.
La Corte di Assise ha condannato a sei anni di reclusione ciascuno per concorso in soppressione di cadavere Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele Misseri.
Due anni di reclusione sono stati inflitti all’ex difensore di Sabrina, Vito Russo, per intralcio alla giustizia. Per i tre favoreggiatori, la corte ha inflitto un anno di reclusione ciascuno ad Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano e un anno e 4 mesi a Giuseppe Nigro, con pena sospesa.
Al rientro in cella nel carcere di Taranto dopo la sentenza, Cosima Serrano ha detto alla figlia Sabrina Misseri: ”Perche’ piangi? Tanto lo sapevamo”.
Per tutto il tragitto dal Palazzo di giustizia alla casa circondariale, a quanto ha riferito l’agenzia di stampa Ansa, Sabrina ha continuato a piangere, sia pure in maniera contenuta, e ad asciugarsi le lacrime. Nessuna reazione emotiva avrebbe lasciato trasparire invece la madre Cosima. Le due donne dividono da qualche tempo la cella con una detenuta italiana.
La mamma di Sarah Scazzi, Concetta Serrano, ha commentato la sentenza di ergastolo per sua sorella Cosima e sua nipote Sabrina con queste parole: ”Speravo in questo, chi uccide merita questo”. Certo, ha aggiunto la donna, ”questa è comunque una sentenza amara per tutti quanti” e in ogni caso non dà ”né soddisfazione né serenita”’.
”Nessuno mi ridarà Sarah, il dolore rimarrà per sempre. L’unica cosa che mi porta un po’ di sollievo è che Sarah riceva giustizia”.
I commenti sono chiusi.