Saronno, infermiera Laura Taroni accusata dell'omicidio del suocero e della madre Saronno, infermiera Laura Taroni accusata dell'omicidio del suocero e della madre

Saronno, infermiera Laura Taroni accusata dell’omicidio del suocero e della madre

VARESE –  Non solo il marito: Laura Taroni, l’infermiera dell’ospedale di Saronno arrestata lo scorso 29 novembre con l’accusa di aver ucciso suo marito in concorso con il medico-amante Leonardo Cazzaniga, è da oggi formalmente accusata anche dell’omicidio della madre e del suocero.

A comunicarlo è stato il Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana. Al termine dell’interrogatorio della donna nel carcere di Como durato due giorni, la Procura le ha contestato non solo l’omicidio del marito, Massimo Guerra (per il quale era stata emessa ordinanza di custodia cautelare) ma anche della madre, Maria Rita Clerici, e del suocero, Luciano Guerra.

Queste accuse erano contenute nella richiesta dei Pm ma erano state rigettate dal Gip. Alla donna contestati anche i reati di lesioni e falso ideologico.

“Si precisa – ha sottolineato il procuratore Fontana – che alla signora Taroni non sono attribuiti omicidi nell’ambito del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Saronno”.

La donna ha risposto a tutte le domande. “Ce lo aspettavamo – hanno commentato gli avvocati dell’infermiera. Le accuse erano contenute negli atti della Procura ed erano già oggetto di indagine”, ha spiegato l’avvocato Monica Alberti. “Comunque la mia assistita ha risposto ad ogni domanda che le è stata posta, e come avevamo già annunciato ha fatto chiarezza su ogni aspetto”.

Laura Taroni, in complicità con il medico-amante (a cui a sua volta sono stati contestati i reati di omicidio nell’ambito dell’inchiesta sulle morti in corsia a Saronno), è accusata di aver somministrato sia al suocero sia alla madre dosi di farmaci eccessive, con il preciso scopo di uccidere i due anziani.

Lo avrebbe fatto, in accordo e in concorso con Cazzaniga, in tempi diversi: prima nei confronti del suocero, al quale avrebbe somministrato sedativi e calmanti in misura eccessiva (l’uomo morì poi in ospedale a Saronno); poi nei confronti della madre, che negli ultimi anni era andata a vivere a casa della figlia a Lomazzo, dove è morta. Le indagini hanno accertato che il dottor Cazzaniga aveva messo a punto un suo “protocollo”, un cocktail di farmaci, composto da potenti sedativi, in modo da uccidere lentamente. Secondo l’accusa, cominciava a somministrare i suoi cocktail letali ai pazienti ritenuti irreversibili fin dal loro arrivo al pronto soccorso.

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