SARONNO (VARESE) – Si potrebbe allargare alla morte del padre del medico e della madre dell’infermiera l’inchiesta sui decessi in corsia che ha portato all’arresto dell’anestesista Leonadro Cazzaniga, accusato di aver ucciso con un cocktail di farmaci quattro anziani pazienti arrivati nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Saronno dove lavorava. Con lui è stata arrestata anche la sua compagna, Laura Taroni, infermiera accusata della morte di suo marito.
A indicarle quali farmaci usare sarebbe stato lui, il dottor Cazzaniga. Ad oggi il faldone delle indagini svolte dai carabinieri di Saronno riguarda casi compresi tra il 2012 ed il 2013. Gli investigatori, dopo aver passato al setaccio numerosi casi gestiti in pronto soccorso dal dottor Cazzaniga, ritengono però che il numero potrebbe crescere in modo considerevole.
Due sono i casi su cui i carabinieri sono già al lavoro: quello della morte della madre della Taroni e di quella del padre di Cazzaniga. La prima è deceduta in casa, il secondo è morto in pronto soccorso, proprio mentre il figlio era di turno.
Parallelamente i carabinieri continuano a scavare a fondo sull’attività professionale del medico da quando è arrivato al pronto soccorso di Saronno: si indaga su tutti i casi trattati da Cazzaniga in ospedale. I carabinieri hanno sequestrato decine e decine di cartelle cliniche su cui sono in corso verifiche. Si vuole stabilire se e quali siano stati i casi sottoposti al “protocollo Cazzaniga”.
Sono sette al momento gli infermieri dipendenti dell’ospedale che hanno ammesso di aver sentito parlare del “protocollo”. Nel frattempo la Regione Lombardia ha deciso di istituire una Commissione d’inchiesta sul Pronto Soccorso dell’ospedale di Saronno. L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha definito l’atto “doveroso”. “Siamo assolutamente sconcertati” ha aggiunto spiegando che la Commissione sarà composta da esperti clinici e di organizzazione ospedaliera che avranno il compito di “verificare la corretta gestione del Pronto soccorso”.