Sassocorvaro (Pesaro), tredicenne abusata per anni, salvata dal prof

SASSOCORVARO (PESARO URBINO) – Tredici anni, una famiglia normale, la scuola, e un segreto terribile: un uomo di 56 anni la violenta regolarmente, nella toilette del locale che gestisce, frequentato anche dai genitori di lei, che, incredibilmente, non si sono mai accorti di nulla. Fino a quando i silenzi, il disagio della ragazzina, ormai quattordicenne, non insospettiscono un'insegnante, che rompe il cerchio e riesce a farla parlare, e poi va dai carabinieri a sporgere denuncia.

Sassocorvaro è un paese del Montefeltro conosciuto per la sua rocca medievale e un paesaggio da cartolina. Tremila abitanti e un 'orco' mai uscito allo scoperto. Se non per una vecchia storia di atti osceni, che una decina di anni fa gli era costata una denuncia. Ora I. C. è agli arresti domiciliari per violenza sessuale continuata, aggravata dalla minore eta' della vittima. Quando i carabinieri sono andati a prenderlo è rimasto impassibile, come se la cosa non lo riguardasse.

Pesanti, oggi, le domande che molti si fanno, ad appena quattro giorni di distanza dallo stupro di gruppo su una quindicenne consumato poco lontano, a Fano, da tre sedicenni.

Come è possibile che una famiglia come tante, padre e madre impiegati, un'unica figlia, non abbia capito e non sia intervenuta prima. Come ha fatto il violentatore a convincere la vittima a tornare e ritornare nel locale, a sottoporsi alle violenze, a volte accompagnate da percosse, senza raccontare niente, e senza nessuno che la 'vedesse' per quello che era davvero, una ragazzina sola davanti all'orrore che diventa quasi normalità: almeno dieci episodi di violenza subiti fra il 2009 e l'ottobre del 2010. Quando finalmente, al primo anno delle superiori, un'insegnante abile e coraggiosa capisce e la salva.

I genitori sono convocati nella caserma dai carabinieri, e cadono dalle nuvole. La ragazza viene ascoltata dal pm di Urbino Simonetta Cattani, con l'assistenza di una psicologa, e piano piano si apre. Gli investigatori raccolgono anche le testimonianze di alcune compagne di scuola, che, di recente, avevano colto spezzoni di verità.

In casa dell''orco', che non è sposato e non ha figli, vengono sequestrati un pc portatile e vari telefoni cellulari, ma da un primo riscontro non sarebbero emersi file o documenti pedopornografici, anche se gli accertamenti sono ancora in corso. Dietro gli abusi nessuna trappola: non la promessa di regali, soldi o magari stupefacenti. Verosimilmente uno stato di subordinazione totale, che spingeva la tredicenne a non ribellarsi.

Gestione cookie