Savoia, svolta dinastica dopo mille anni: anche le donne possono aspirare al trono

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Gennaio 2020 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA
Savoia, svolta dinastica dopo mille anni: anche le donne possono aspirare al trono

Vittorio Emanuele di Savoia (Ansa)

ROMA – Casa Savoia: svolta storica nella linea di successione ereditaria. Vittorio Emanuele di Savoia e il figlio Emanuele Filiberto hanno anticipato al Corriere della Sera la loro decisione epocale di designare come capo del casato – e quindi potenziale erede al trono – Vittoria, 16 anni, primogenita tra le due figlie del principe. “Addio legge Salica. Oggi sarà comunicato per scritto alle sorelle dopo una telefonata in serata, alla Consulta dei senatori del regno e agli Ordini dinastici, un cambio delle regole di successione che era tempo di aggiornare”.

Cosa significa? Si tratta della prima volta in mille anni che il casato concede a una donna il diritto a succedere al trono. Fino alla svolta attuale, vigeva infatti la legge salica, la raccolta di leggi dei Franchi ancora romanizzati che Clodoveo I istituì nel 503 d. C. Una legge che fra le altre cose prescriveva che “nessuna terra (salica) può essere ereditata da una donna, ma tutta la terra spetta ai figli maschi”. Una legge che tornò utile nel millennio successivo per risolvere le dispute dinastiche delle famiglie reali europee. 

In Austria gli Asburgo la abbandonarono nel 1713 consentendo a Maria Teresa di ascendere al trono 27 anni dopo (ma al costo di una guerra). La monarchia inglese non la contempla mentre il casato di Savoia la inserì nella Costituzione albertina. “In realtà Clotilde ed io potremmo ancora avere un maschio – ha spiegato Emanuele Filiberto -. Ma di certo era anacronistico, in una società che vuole riconoscere la parità di genere, pensare che in Casa Savoia si discriminassero le donne”.

Dunque, a seguire il ragionamento del principe, la nuova legge di successione sarà semi-salica: le femmine possono ascendere al trono solamente in assenza di eredi maschi diretti. Come in Spagna. (fonte Corriere della Sera)