Scalata Bnl, chiesto il rinvio a giudizio per Ricucci, Fazio e Fiorani

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 21 persone e sedici società, coinvolte nel filone dell’inchiesta sulla fallita scalata di Unipol a Bnl. La richiesta riguarda il ruolo svolto dal cosiddetto “contropatto” che tra il 2004 ed il 2005 rastrellò il 27% delle azioni Bnl, salvo poi cederle all’Unipol, per contrastare il patto che guidava l’istituto di via Veneto (i baschi del Bbva con l’appoggio di Generali e della Dorint di Diego Della Valle).

Aggiotaggio, insider trading e ostacolo alle attività di vigilanza i reati contestati agli indagati, a seconda delle posizioni, dal procuratore Giovanni Ferrara, dall’aggiunto Nello Rossi e dai sostituti Rodolfo Sabelli e Giuseppe Cascini. Tra i personaggi che sono stati coinvolti nelle indagini ci sono gli imprenditori Francesco Gaetano Caltagirone, Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Ettore e Tiberio Lonati; l’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte ed il suo vice Ivano Sacchetti; l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio; l’ex banchiere Gianpiero Fiorani.

Per l’accusa, l’acquisizione del 27% delle azioni da parte dei contropattisti avvenne in violazione del regolamento bancario il quale prevede un tetto massimo del 15%. Secondo gli inquirenti, la movimentazione delle quote Bnl avrebbe determinato plusvalenze milionarie ai contropattisti e alterato il valore delle azioni dell’istituto di credito.

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