Scandalo Roma. Ernesto Diotallevi a figlio: “T’immagini, entri pure ar Vaticano”

Scandalo Roma. Ernesto Diotallevi a figlio: "T'immagini, entri pure ar Vaticano"
Ernesto Diotallevi

ROMA – C’era anche il Vaticano nei discorsi degli indagati nell’inchiesta Terra di Mezzo che ha colpito i vertici dell’amministrazione del comune di Roma. A parlarne è Ernesto Diotallevi, 70 anni, indagato come referente di Cosa Nostra a Roma insieme a Giovanni De Carlo.

Diotallevi, per esempio, parla con il figlio Mario: “Mamma mia cacciano pure er Papa… tu t’immagini entri a far parte da sicurezza ar Vaticano?”.

Il 21 febbraio 2013 Mario Diotallevi parla al telefono con Paolo Oliverio, descritto dai pm come vicino ad ambienti religiosi. Oliverio, finito in carcere a novembre 2013 per la truffa all’Ordine dei Camilliani, viene chiamato “Paolo” da Mario Diotallevi, che lo presenta al padre Ernesto come “un colonnello della Finanza” ma “uno corrotto”.

E gli affari prospettati interessano non poco Diotallevi senior. L’intercettazione:

“Diventamo miliardari – dice Ernesto Diotallevi -… se quello c’ha una mossa per questi prelati…”.

‘Paolo’ secondo il Ros carabinieri che indaga è Oliverio, poi accusato di sequestro di persona e corruzione di pubblici ufficiali: avrebbe truffato 10 milioni ai Camilliani, dei quali aveva una procura.

Nel febbraio 2013, al momento dell’intercettazione, la vicenda è ancora là da venire.

“E’ un colonnello della Finanza – dice Mario Diotallevi al padre – Finisce l’incarico e va a fare il capo della sicurezza al Vaticano.
‘Me pigli a lavorà con te?’, gli ho detto.
‘Aspetta che vado in Vaticano…’ mi ha risposto”.

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