ROMA – Il latitante Giovanni De Carlo, implicato nell’inchiesta Mafia capitale, è stato arrestato nel primo pomeriggio di giovedì 4 dicembre all’aeroporto di Fiumicino. De Carlo, atterrato con un volo da Doha, si è costituito fuori dall’aeroporto ai militari del Ros. In una intercettazione telefonica De Carlo è stato definito il “boss dei boss” a capo della presunta cupola di intrecci politico-criminali. La conversazione, datata 21 dicembre 2012 e riportata nell’ordinanza di custodia cautelare, tra Ernesto Diotallevi e il figlio Leonardo. Diotallevi rispondendo a una domanda del figlio avrebbe detto: “Il boss dei boss, teoricamente so’ io…materialmente conta Giovanni (De Carlo)”. Non si sa però quanto questa definizione sia reale o se piuttosto possa essere considerata una battuta, una sorta di chiacchiera da bar.
La reale portata di quella ‘intercettazione, scrive il gip nell’ordinanza di arresto,
“può essere compresa appieno solamente legandola al prosieguo della conversazione. Leonardo spostava i termini del discorso in ambito nazionale: ‘No a Roma… no, ho capito… non dico a Roma.. in generale… in Italia…’, ricevendo come immediata risposta: ‘Ma per me… rimane Riina.. chi vuoi che sia?…Riina…'”.
De Carlo è indagato per trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare il sodalizio criminale. Risultava irreperibile dal 2 dicembre scorso.
Secondo le accuse la presunta cupola guidata dall’ex terrorista dei Nar Massimo Carminati e dal suo braccio destro Salvatore Buzzi avrebbe avuto a libro paga molti politici. Secondo i pm esisteva un vero e proprio tariffario dei “politici stipendiati”. A casa della moglie di Buzzi è stato trovato il “libro mastro” con tutti i nomi dei politici da oliare con la puntuale indicazione delle somme erogate.