Scandalo sanità in Puglia: le indagini si avviano alla fine

BARI – Un gruppo di potere avrebbe gestito – secondo la procura di Bari – il business milionario legato soprattutto alle convenzioni e agli accreditamenti di strutture sanitarie presso la Regione Puglia.

Il 'sistema' illecito sarebbe stato svelato dall'inchiesta, avviata nel 2007 e giunta ormai a conclusione, nella quale sono indagate una quarantina di persone. Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso, alla truffa e all'abuso d'ufficio le accuse contestate a vario titolo.

Nel registro degli indagati sarebbero iscritti i nomi di dirigenti e funzionari dell'assessorato alla sanita' della Regione Puglia, di imprenditori e di responsabili legali di cliniche private pugliesi. L'indagine ha preso il via esaminando il presunto conflitto di interessi dell'allora assessore alla sanita' della Regione Puglia, Alberto Tedesco (Pd), ora senatore del gruppo Misto, i cui figli sono soci di aziende che operano in campo sanitario. In questi anni gli accertamenti hanno riguardato proprio il sistema di potere creato – secondo i pm – da Tedesco, sul conto del quale sono stati svolti accertamenti.

Ora che l'indagine si avvia a conclusione e che la Guardia di finanza ha depositato l'informativa conclusiva, i pm che seguono il caso hanno consegnato al procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno i risultati del loro lavoro.

Il sospetto della pubblica accusa e' che dipendenti della Regione Puglia abbiano agito con troppa fretta per favorire le case di cura che premevano per essere ammesse, entro la fine del 2007, all'ultima tornata di convenzioni e accreditamenti, che non erano previsti per il 2008. Da qui l'ipotesi della corruzione che – cosi' come emerse negli anni scorsi – farebbe riferimento a regali (a cominciare da borse e orologi 'griffati') che avrebbero ricevuto dipendenti regionali in cambio di dichiarazioni false, utili a far accreditare cinque 'Rsa' che non erano in possesso dei presupposti previsti dalla legge, entro i termini imposti dalla normativa regionale. Le 'Rsa' sono case di cura private create per ospitare anziani non autosufficienti, dove e' fornita l'assistenza medica 24 ore su 24 da personale addetto. E la velocita' con cui sono sorte nelle varie regionali la dice lunga sul giro d'affari che gestiscono.

Nell'ambito di questa inchiesta (il 23 gennaio 2008) la procura fece sequestrare il centro di riabilitazione privata Kentron di Putignano (Bari), che pur non avendo – secondo l'accusa – tutte le carte in regola, era stato accreditato dalla Regione in tutta fretta, alla vigilia di Natale del 2007. Nell'indagine si intrecciano fatti vecchi e nuovi, come gli accertamenti della procura di Foggia sulle forniture a prezzi gonfiati di apparecchiature per la Asl foggiana che nei mesi scorsi hanno portato all'arresto di medici e dirigenti di azienda, ora a dibattimento. A questa indagine ne e' seguita un'altra che riguarda anche fatture per operazioni inesistenti emesse da alcune cooperative del servizio 118 e pagate dalla Asl: parte dei fondi – questa e' l'ipotesi – potrebbe essere finita nelle tasche dei politici.

Dal nuovo fascicolo spunta il nome di Dino Marino, presidente della commissione sanita' della Regione Puglia, che da alcune foto prodotte nel corso di un dibattimento in corso a Foggia risulta essere stato in vacanza con alcuni degli imputati a giudizio per il primo scandalo sulla sanita' foggiana. Marino ha subito detto che la notizia di un'indagine a suo carico ''e' destituita di ogni fondamento''. Dalla procura di Foggia e' seguito un 'no comment'.

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