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Scandicci: Rosario Giangrasso uccide la moglie e tenta suicidio. A luglio protestò su Duomo Firenze

di Alberto Francavilla |29 Dicembre 2017 13:31

I carabinieri sono andati a casa di Roberto Giangrasso a Scandicci, dove l'uomo aveva ucciso la moglie (foto d'archivio Ansa)

I carabinieri sono andati a casa di Roberto Giangrasso a Scandicci, dove l’uomo aveva ucciso la moglie (foto d’archivio Ansa)

SCANDICCI – Un uomo di 53 anni, Rosario Giangrasso, ha ucciso la moglie a coltellate e poi ha tentato di uccidersi. E’ avvenuto a Scandicci, in provincia di Firenze. Nel luglio scorso l’uomo, disoccupato, per protesta, era salito sulle impalcature della cupola del Duomo di Firenze. La coppia ha due figli di 14 e 16 anni che, al momento della tragedia, non erano in casa. A dare l’allarme la figlia più grande, appena rientrata.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i sanitari del 118 che hanno trasferito l’uomo in ospedale. Secondo una prima ricostruzione, la figlia 16enne, rientrata a casa, avrebbe trovato il padre sanguinante in camera da letto. La madre, ormai priva di vita, era invece in un’altra stanza. Per l’aggressione, l’uomo avrebbe utilizzato due coltelli presi dalla cucina.

La donna non sarebbe morta a coltellate ma sarebbe stata strangolata con l’utilizzo di fascette da elettricista. L’uomo, dopo l’omicidio, invece si sarebbe tagliato le vene con coltelli presi dalla cucina. La figlia 16enne, rientrata in casa, ha dato l’allarme ai carabinieri dopo aver visto il padre sanguinante. Sul momento non si era resa conto che poco distante da lui c’era anche la madre ormai priva di vita. L’omicida, Rosario Giangrasso, sarebbe fuori pericolo di vita.

La vittima è una thailandese di 43 anni che con l’omicida aveva avuto due figli, una ragazzina che ora ha quasi 16 anni ed un ragazzino di 14 anni. La donna, dopo essere stata strangolata, sarebbe stata colpita anche con un corpo contundente, forse un bastone. Teatro della tragedia un appartamento al piano terreno di un condominio di quattro piani in una zona popolare di Scandicci, poco distante da una casa del popolo.

Questo scriveva la Nazione a luglio, quando Giangrasso salì sulla cupola del Duomo:

Dopo aver ottenuto dal sindaco di Scandicci, Fallani, la garanzia di un incontro nella giornata di lunedì l’uomo è sceso da solo dalle impalcature. Giangrasso, padre di due figli, non è nuovo a proteste così clamorose: nel marzo del 2012, disperato per aver perso il lavoro, si arrampicò su una gru alta 50 metri, sempre a Scandicci. Nel 2013 salì su un traliccio, a Scandicci, perché temeva di perdere la camera che gli aveva messo a disposizione il Comune presso un affittacamere. Poco tempo dopo, temendo che i servizi sociali gli togliessero i figli, affisse un cartello all’ospedale di Torregalli, dichiarandosi disposto a vendere un rene per mantenere la famiglia.

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